La malattia di Darwin

L’anno del bicentenario della nascita di Charles Darwin porta con sè, oltre a tutte le iniziative commemorative del grande naturalista inglese in giro per il mondo, anche una diagnosi, postuma, riguardo alla malattia che affligeva il padre della teoria dell’evoluzione per selezione naturale. Sulla rivista British Medical Journal, John A Hayman, professore alla Monash Univerity di Melbourne, formula una diagnosi

L’anno del bicentenario della nascita di Charles Darwin porta con sè, oltre a tutte le iniziative commemorative del grande naturalista inglese in giro per il mondo, anche una diagnosi, postuma, riguardo alla malattia che affligeva il padre della teoria dell’evoluzione per selezione naturale.

Sulla rivista British Medical Journal, John A Hayman, professore alla Monash Univerity di Melbourne, formula una diagnosi per spiegare la natura della malattia che colpì Charles Darwin durante l’intero corso della vita, a partire dai sintomi descritti nei suoi documenti personali e nelle lettere inviate ad amici e colleghi. Secondo il medico australiano, la malattia sarebbe la cosiddetta “sindrome del vomito ciclico”, caratterizzata da periodici episodi di vomito e nausea, che causano spossatezza, forti dolori addominali e, a volte, eruzioni cutanee, sintomi che possono perdurare da alcune ore fino a parecchi giorni. E’ una malattia che si presenta solitamente in età infantile, ma che può colpire anche individui adulti.

Nel corso della sua vita, l’autore de “L’Origine delle specie” soffrì costantemente di questi problemi di salute, anche prima della partenza per il suo viaggio sul brigantino Beagle. Infatti, scriveva: “I was also troubled with palpitations and pain about the heart, and like many a young ignorant man, especially one with a smattering of medical knowledge, was convinced that I had heart-disease.” E ancora “I did not consult any doctor, as I fully expected to hear the verdict that I was not fit for the voyage, and I was resolved to go at all hazards

La diagnosi del professor Hayman si basa anche sul fatto che la sindrome del vomito ciclico ha una grossa componente genetica: l’ipotesi è resa più probabile se si considera, infatti, che alcuni componenti della famiglia di Darwin, tra cui la madre che morì quando il piccolo Charles aveva solo 8 anni manifestando acuti dolori addominali, soffrivano di sintomi molto simili a quelli provocati dalla malattia in questione. Non quindi un caso di ipocondria, come alcuni autori avevano proposto, bensì una situazione di malattia cronica interessò gran parte della vita del grande naturalista inglese, condizionandone le attività e i ritmi di lavoro.

Questa non è la prima e non sarà l’ultima diagnosi postuma della malattia che affliggeva Charles Darwin e non c’è modo di confermare o smentire le diverse ipotesi, che probabilmente rimarranno per sempre tali. Darwin continua a far parlare di sè anche 200 anni dopo la sua nascita: anche se si dibatte della sua malattia, il vecchio Charles, e soprattutto il suo pensiero, è sempre più in salute.

Andrea Romano

Riferimenti:
John A Hayman, Darwin’s illness revisited, BMJ 2009; 339:b4968, doi: 10.1136/bmj.b4968