La rapida evoluzione delle lingue

Secondo la teoria degli equilibri punteggiati, elaborata da S.J. Gould e N. Eldredge nel 1972, la storia dell’evoluzione sarebbe caratterizzata da lunghi periodi di stasi e di pochi momenti di rapido cambiamento, nei quali si verificano gli eventi di speciazione. Le specie si formerebbero dunque in breve tempo e non in modo graduale. Un gruppo di ricercatori della University of

Secondo la teoria degli equilibri punteggiati, elaborata da S.J. Gould e N. Eldredge nel 1972, la storia dell’evoluzione sarebbe caratterizzata da lunghi periodi di stasi e di pochi momenti di rapido cambiamento, nei quali si verificano gli eventi di speciazione. Le specie si formerebbero dunque in breve tempo e non in modo graduale.

Un gruppo di ricercatori della University of Reading ha applicato i principi degli equilibri punteggiati all’evoluzione delle lingue delle diverse popolazioni umane, cercando di capire se agli episodi di migrazione e alla conseguente separazione (in un parallelismo con la speciazione allopatrica) si verifica una notevole divergenza nelle parole adottate dai diversi gruppi.

Dopo aver elaborato un albero filogenetico delle lingue, i ricercatori hanno concluso che dal 10 al 33% della divergenza totale osservata tra le famiglie linguistiche oggetto di studio (lingue indoeuropee, oceaniche e bantu) sarebbe imputabile ad episodi di rapido cambiamento. Questa rapida evoluzione sarebbe poi seguita da lunghi periodi di stasi, caratterizzati da un basso tasso di modificazione dei vocaboli.

Le cause alla base di questa rapida modificazione nel vocabolario delle popolazioni appena separate potrebbe essere dovuto, sostengono i ricercatori sulle pagine di Science, all’effetto del fondatore, in questo caso linguistico, oppure al desiderio dei nuovi gruppi di stabilire una propria distinta identità sociale.

Andrea Romano

L’immagine è tratta da Wikimedia Commons.