La Sintesi Estesa alla Statale di Milano

Negli anni ’40 del secolo scorso, alcuni tra i più influenti biologi dell’epoca cercarono di fornire un quadro coerente delle conoscenze accumulate in ambito naturalistico, genetico e paleontologico. Tale sforzo prese il nome di Sintesi Moderna della Teoria dell’Evoluzione. Da allora le conoscenze hanno continuato ad accumularsi ad un ritmo esponenziale tanto da spingere alcuni biologi ed epistemologi contemporanei a

Negli anni ’40 del secolo scorso, alcuni tra i più influenti biologi dell’epoca cercarono di fornire un quadro coerente delle conoscenze accumulate in ambito naturalistico, genetico e paleontologico. Tale sforzo prese il nome di Sintesi Moderna della Teoria dell’Evoluzione. Da allora le conoscenze hanno continuato ad accumularsi ad un ritmo esponenziale tanto da spingere alcuni biologi ed epistemologi contemporanei a considerare la necessità di una nuova Sintesi (la Sintesi Estesa) che tenga conto delle molte scoperte e delle evoluzioni concettuali degli ultimi cinquant’anni. In alcuni casi si tratta effettivamente di un’estensione della teoria a concetti precedentemente assenti, in altri, come è il caso dell’epigenetica, si tratta, secondo gli stessi proponenti, di una vera e propria rivoluzione concettuale.

L’Università degli Studi di Milano è stata, quest’anno, scenario di alcune conferenze evoluzionistiche, con l’intento di suscitare interesse e curiosità tra gli studenti proprio sul tema della  Sintesi Estesa.

In particolare, nel primo incontro del 23 novembre, il Dott. Giuseppe Fusco e il Prof. Alessandro Minelli, dell’Università degli Studi di Padova, e il Dott. Fabio Fornara dell’Università degli Studi di Milano hanno affrontato il tema della biologia evolutiva dello sviluppo (Evo-Devo).
Il 26 gennaio il Dott. Walter Salzburger, dell’Università di Basilea e il Dott. Marco Caccianiga dell’Università degli Studi di Milano hanno intrattenuto il pubblico parlando di plasticità fenotipica.
L’eredità epigenetica o “eredità debole”, ovvero la variazione ereditaria del fenotipo era il tema che sarebbe dovuto essere trattato dal Prof. Marcello Buiatti, dell’Università degli Studi di Firenze. L’incontro non ha potuto svolgersi per un imprevisto e sarà recuperato il giorno 26 settembre.

E l’epigenetica è stato anche il tema principale trattato nell’ultimo incontro di questo ciclo (17 maggio) dal titolo “Evoluzione in 4D”, una tavola rotonda condotta dal Dott. Emanuele Serrelli (Università degli Studi Milano-Bicocca), alla quale è intervenuta la Prof.ssa Eva Jablonka (Tel Aviv University) insieme al Prof. Telmo Pievani (Università degli Studi Milano-Bicocca) e al Prof. Marco Ferraguti (Università degli Studi di Milano). Ecco il video integrale della conferenza su PikaiaChannel:


Montaggio: Andrea Romano e Emanuele Serrelli

«La storia mi ricorderà perché sarò io a scriverla». La Prof.ssa Jablonka cita provocatoriamente l’aforisma di Churchill, riferendosi agli architetti della Sintesi Moderna: questi avrebbero escluso, colpevolmente, alcuni importanti filoni di pensiero dell’epoca determinandone così la sfortuna fino ai giorni nostri. L’eredità epigenetica come “eredità debole” è sicuramente tra i concetti che difficilmente si sarebbero potuti conciliare all’interno della Sintesi novecentesca.
L’epigenetica è lo studio, sia nei procarioti che negli eucarioti, dei processi di sviluppo autocatalitici che portano ad effetti di lungo termine – ci ricorda la Prof.ssa Jablonka – ma ciò che ci interessa è l’eredità epigenetica, e cioè la trasmissione da cellula madre a cellule figlie di quelle variazioni che non derivano da modificazioni nella sequenza di nucleotidi (DNA).
Esistono oggi numerose evidenze scientifiche del fenomeno dovute sia a ricerche sugli organismi modello Arabidopsis thaliana, topo, sia su organismi meno familiari ai laboratori come la specie endemica Viola cazorensis o alle popolazioni di mangrovie, fino allo studio più recente su Drosophila melanogaster, che dimostra come l’ambiente possa indurre pattern di sviluppo alternativi (l’induzione ambientale era stata del tutto esclusa dalla Sintesi che riconosceva solo due forze evolutive determinanti: la mutazione e la selezione).
“Ciò che desidero è che la variazione epigenetica sia presa in considerazione quale importante contributo all’ereditarietà, all’evoluzione e allo sviluppo. Non credo che l’epigenetica risolva tutti i problemi del mondo gettando dalla finestra la genetica mendeliana” precisa la Jablonka che conclude il suo intervento elencando alcune delle domande centrali del dibattito biologico che aspettano ancora una risposta: la domesticazione è un meccanismo epigenetico? quanto contano i meccanismi e le variazioni epigenetiche negli eventi di speciazione? che effetti hanno gli esperimenti che simulano shock ecologici e genomici estremi sull’epigenoma?

Violetta Vacchini
Giulio Formenti
Guido Gallo
Tiziana Oppedisano

Riferimenti essenziali:

E. Mayr. Storia del pensiero biologico. Vol I, Bollati&Boringhieri, 2011.
M. Pigliucci, G. Muller. Evolution – The Extended Synthesis, MIT Press, 2010
E. Jablonka. L’evoluzione in quattro dimensioni. UTET, 2007