L’adolescenza del Tyranno

Due scheletri di Tyrannosaurus rex in età giovanile forniscono numerose informazioni sulla crescita del predatore preistorico e sul suo corpo che cambiava con l’età

Tyrannosaurus rex è il dinosauro più popolare e iconico al mondo (e Pikaia ne ha già parlato anche qui e qui), non ha bisogno di presentazioni. Eppure ci sono molti aspetti della sua vita ancora oscuri o poco chiari, tra questi tutto il processo di crescita fino all’età adulta. Ed è qui che entrano in gioco Jane e Petey. Non si tratta di scienziati molto informali, ma di due esemplari di T-rex scoperti nei primi anni 2000 nella Contea di Carter, in Montana (USA) dal Museo di Storia Naturale Burpee (Rockford, Illinois). La loro particolarità sono le dimensioni, molto inferiori rispetto a quelle di un tirannosauro adulto: in vita dovevano essere poco più alti di un attuale cavallo da lavoro, e circa due volte più lunghi.

Inizialmente attribuiti a una specie differente, Nanotyrannus lancensis, lo studio degli scienziati ha permesso non solo di determinarli come Tyrannosaurus rex ancora giovanima di assorbire l’intero genere Nanotyrannus all’interno della specie più grande e famosa.

È la relativamente piccola taglia di Jane e Petey a renderli interessanti per gli scienziati. Infatti, nonostante siano meno spettacolari dei fossili di adulti, forniscono importanti informazioni sui cambiamenti nelle ossa e nelle proporzioni cui il T-rex andava incontro durante la crescita. Utilizzando la paleo-istologia (cioè lo studio delle micro strutture delle ossa fossili) i paleontologi hanno fatto alcune scoperte riguardo alla crescita del tirannosauro.

I giovani predatori crescevano ad un ritmo simile a quello degli attuali animali a sangue caldo, come mammiferi e uccelli. Inoltre le loro ossa crescevano con una struttura ad anelli annuali, un po’ come gli alberi, per cui è stato possibile determinare l’età di morte dei due dinosauri: Jane a 13 anni e Petey a 15.

Tyrannosaurus rex impiegava circa 20 anni per raggiungere l’età adulta, e in quell’arco temporale andava incontro a cambiamenti fisici che gli facevano riempire nicchie ecologiche diverse a seconda dell’età. Gli esemplari sessualmente immaturi, come Jane e Petey, erano agili e veloci, con denti affilati come coltelli, mentre gli adulti erano i massicci carnivori col morso più potente di tutti gli animali terrestri che tutti conosciamo (del morso del tirannosauro Pikaia ne ha parlato qui).

I paleontologi hanno inoltre scoperto che i giovani T-rex potevano variare molto la loro crescita in base alle risorse disponibili: in un anno con scarsità di cibo l’animale cresceva poco, mentre abbondanza di cibo significava crescita abbondante. Lo studio della già citata crescita ad anelli delle ossa ha permesso di fare questa scoperta: lo spazio tra gli anelli infatti non è costante, ma varia da anello ad anello, alcuni sono molto vicini tra di loro mentre altri sono molto distanziati.

Questa ricerca è molto importante non solo per lo studio della crescita di Tyrannosaurus rex, ma apre possibilità di studi simili anche per molte altre specie di dinosauro. Sono numerosi infatti i resti di dinosauri di piccole dimensioni, non esposti dai musei perché poco spettacolari, che potrebbero rivelarsi esemplari giovani di elevato interesse scientifico.

Riferimenti:
Holly N. Woodward, Katie Tremaine, Scott A. Williams, Lindsay E. Zanno, John R. Horner, Nathan Myhrvold. Growing up Tyrannosaurus rex: Osteohistology refutes the pygmy “Nanotyrannus” and supports ontogenetic niche partitioning in juvenile Tyrannosaurus. Science Advances, 2020; 6 (1): eaax6250 DOI: 10.1126/sciadv.aax6250

Riferimenti immagine: Volkan Yuksel [CC-BY-SA-3.0] via Wikimedia Commons