Ladri di veleno

Il serpente Rhabdophis tigrinus, appartenente alla famiglia dei Colubridi e proliferante in Giappone, fino ad oggi era conosciuto come un semplice rettile velenoso. Uno studio, pubblicato sul numero odierno della rivista Proceedings of the National Academy of Science, ha sottolineato come questo serpente tragga il veleno, che viene utilizzato nella caccia e nella difesa dai predatori, da alcuni rospi velenosi

Il serpente Rhabdophis tigrinus, appartenente alla famiglia dei Colubridi e proliferante in Giappone, fino ad oggi era conosciuto come un semplice rettile velenoso. Uno studio, pubblicato sul numero odierno della rivista Proceedings of the National Academy of Science, ha sottolineato come questo serpente tragga il veleno, che viene utilizzato nella caccia e nella difesa dai predatori, da alcuni rospi velenosi di cui si nutre. In particolare, le sostanze tossiche vengono immagazzinate in specifiche tasche nasali. Si tratta del primo esempio di vertebrati in possesso di organi specializzati per l’accumulo di veleno derivante dalla dieta. I ricercatori, tuttavia, non sono ancora riusciti a spiegare le modalità di trasferimento del veleno dall’apparato digerente alle ghiandole velenifere e in che modo le tossine vengano modificate.

Gli studiosi, inoltre, hanno osservato come si modifica il comportamento di Rhabdophis tigrinum quando deve confrontarsi con un predatore, in presenza o assenza di veleno. Se non ha avuto modo di assimilare tossine dalla dieta il serpente tende a fuggire e nascondersi, al contrario, se ha accumulato abbastanza veleno adotta una posizione di avvertimento in modo tale da scongiurare un eventuale attacco.

Un’ultima curiosità rigurda il passaggio del veleno ai piccoli appena nati, che risultano, in questo modo, già letali alla schiusa. Le modalità di trasferimento delle tossine alla prole sono ancora oggetto di studio, ma si ipotizza che possano essere posizionate all’interno delle uova, se al momento della deposizione la madre ha accumulato abbastanza veleno.

Andrea Romano

La foto di Marek Szczpanek è tratta da Wikipedia