Le scornate del triceratopo Big John

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Le grandi corna del Triceratopo non erano solo strumento di difesa, ma anche un’arma per scontri intraspecifici. Lo dimostra una ricerca tutta italiana.

I triceratopi sono tra i dinosauri più famosi, grazie al loro grande collare osseo e alle caratteristiche corna. Una recente ricerca, capitanata dall’Università G. D’annunzio di Chieti-Pescara, conferma che erano usate non solo come arma di difesa, ma anche per combattimenti intraspecifici. I risultati sono stati pubblicati in questo articolo, all’interno della rivista Scientific Reports.

Il Triceratopo Big John
Il triceratopo, Triceratops horridus, è uno dei dinosauri più noti e amati dal pubblico. Vissuti a fine Cretaceo, i triceratopi hanno convissuto insieme ad altre grandi star del mondo dei dinosauri, i tirannosauri, e sono state anche trovate tracce fossili dei loro scontri. È naturale, quindi, pensare alle loro grandi corna come a strumenti di difesa, ma servivano solo a quello? Basta guardare gli attuali mammiferi dotati di corna per vedere come queste vengano usate non solo per difendersi dai predatori, ma anche come arma in combattimenti intraspecifici. L’ipotesi che che le corna del triceratopo avessero anche questa funzione esiste da parecchio (e Pikaia ne ha già parlato qua), ma dimostrarlo è difficile.

Una recente ricerca tutta italiana si è concentrata sui famosi fossili di Big John, un triceratopo di grandi dimensioni (circa tre metri di altezza e poco meno di 9 in lunghezza) proveniente dalla Formazione Hell Creek (Montana), noto anche per l’alto prezzo d’asta cui è stato venduto nel 2021.

Antiche ferite
Il focus dello studio è stato un’apertura, chiamata “finestra”, nello scudo osseo di Big John. Questa finestra perfora da parte a parte l’osso squamosale destro, e ha vagamente la forma di una serratura. Non si tratta di una particolarità insolita, le “finestre” sono già documentate nelle ossa squamosali dei Chasmosaurinae, la sottofamiglia cui appartiene Triceratops.

Lo studio del tessuto osseo che circonda la lacuna, lunga circa venti centimetri e larga cinque, ha mostrato come la superficie sia irregolare e caratterizzata da deposizioni simili a placca di materiale osseo reattivo. Questo potrebbe essere il risultato di periostite, cioè un’infiammazione dell’osso. Al microscopio, il tessuto risulta molto poroso e vascolarizzato. Questo aspetto è tipico dell’osso in formazione; il tessuto, metabolicamente attivo e rimodellante, dimostra che la finestra è il risultato di un evento traumatico, cioè una ferita. Non si tratta quindi di una finestra congenita, strutture documentate nei Chasmosaurinae ma non in Triceratops.

La forma della lesione è compatibile con un corno di triceratopo, che ne è la probabile causa. Un evento traumatico al quale però Big John è sopravvissuto per un po’ di tempo, e da cui anzi stava ancora guarendo al momento della morte. Considerato il tempo di guarigione nei rettili attuali, e vista la dimensione della ferita e l’entità della riparazione dell’osso, è probabile che lo scontro in cui Big John è rimasto ferito sia avvenuto circa sei mesi prima della sua morte.

Lesione e guarigione
La ricerca non solo ha dimostrato la presenza di combattimenti intraspecifici tra i Triceratopi, ma si è avventurata anche nei meccanismi fisiologici e cellulari di guarigione nei dinosauri. Un ambito questo ancora molto poco conosciuto, ma che dai risultati di questo studio parrebbe molto simile a quello dei mammiferi.

Riferimenti:

R. D’Anastasio et al. 2022. Histological and chemical diagnosis of a combat lesion in Triceratops. Sci Rep 12, 3941; doi: 10.1038/s41598-022-08033-2

Immagine: A. Ferrara / I. Briano / D’Anastasio et al., doi: 10.1038/s41598-022-08033-2