Le varianti del virus: uno sguardo evolutivo

L’ultimo articolo di Telmo Pievani su Il Bo Live è dedicato al rapporto tra evoluzione e nuove varianti del coronavirus

L’anno scorso, poche settimane prima dell’inizio del lockdown, avevamo già parlato degli aspetti evoluzionistici delle pandemie, in particolare di Sars-Cov-2.

Qualche giorno fa, un editoriale uscito su Nature Ecology and Evolution dal titolo L’Evoluzione è diventata virale affronta un tema importante: si parla tanto di evoluzione (in realtà poco in Italia) a causa delle varianti del virus pandemico. Si è evoluto ed è mutato. Non dobbiamo stupirci: come ogni entità biologica, è normale che il virus accumuli mutazioni, la benzina e il motore di ogni cambiamento evolutivo. Come si diffondono poi queste mutazioni? Casualmente, per deriva genetica, per effetto dello spostamento di piccole popolazioni del virus e dei suoi ospiti. Oppure per selezione naturale, perché alcune di queste mutazioni danno un vantaggio selettivo. Attraverso indagini specifiche, si possono ricostruire degli alberi genealogici delle varianti e comprenderne origine e la diffusione. Si chiama biogeografia.

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