L’evoluzione della bellezza

Pubblicato in italiano, a cura di Salvatore Tedesco, il volume di Winfried Menninghaus dal titolo “La promessa della Bellezza”, dedicato alla “storia naturale del bello”
La bellezza, evoluzionisticamente parlando, è una “promessa”: i soggetti dotati di “ornamenti” sessuali particolarmente attraenti vengono preferiti poiché l’accoppiamento con essi promette all’animale che di volta in volta opera la scelta una prosecuzione di sé particolarmente copiosa nella prole

Pubblicato dalla casa editrice Suhrkamp nel 2003, La promessa della bellezza di Winfried Menninghaus (Max Planck Institut für empirische Ästhetik, Frankfurt am Maim) è ora disponibile in prima traduzione italiana, per la cura di Salvatore Tedesco (Università di Palermo) e tradotto da Davide Di Maio (in allegato un estratto del testo). 
Il volume, che ha ricevuto il Premio Internazionale d’Estetica della SIE (Società Italiana d’Estetica) nel 2012, è uno dei contributi più significativi nel dibattito contemporaneo in Estetica Evoluzionistica. Attraverso una lettura accurata e convincente dei concetti darwiniani di scelta (mate choice), selezione sessuale e senso della bellezza (sense of beauty) e tenendo a costante riferimento le acquisizioni più recenti della letteratura scientifica,Winfried Menninghaus svolge una “storia naturale del bello”, con l’intento di chiarire il significato evoluzionistico dell’apprezzamento estetico nell’uomo e negli altri animali. 
Come si legge nella Prefazione all’edizione italiana, il volume “tenta di trovare una bussola che aiuti a orientarsi nel processo di nascita delle preferenze estetiche” (p. 22). La bellezza, evoluzionisticamente parlando, è una “promessa”: “i soggetti dotati di “ornamenti” sessuali particolarmente attraenti vengono preferiti poiché l’accoppiamento con essi promette all’animale che di volta in volta opera la scelta una prosecuzione di sé particolarmente copiosa nella prole” (p. 22). La promessa della bellezza, tuttavia, nasconde un risvolto oscuro: come illustra Menninghaus, le attrattive del bello risultano a vari livelli connesse alla morte o, più precisamente, al rischio di morte. Si chiede perciò l’autore: “perché i protagonisti degli antichi miti della bellezza devono, quasi di regola, morire precocemente? Perché Adone [il bello per antonomasia, secondo il mito classico, n.b.] non ha fondamentalmente alcuna chance contro il cinghiale selvatico? Perché il pavone, animale emblematico per l’estetica evoluzionistica di Darwin, con il suo spettacolare piumaggio si espone ai pericoli di una agilità ridotta e di un’elevata visibilità vantaggiosa per i predatori?” (p. 23). 
Menninghaus risponde a queste domande attraverso un’appassionante rilettura dei miti classici della bellezza e, in particolare, dei miti e delle favole dedicati ad Adone, attraverso la disamina attenta e rigorosa della teoria darwiniana e delle riprese post-darwiniane della selezione sessuale, per concludere con un capitolo dedicato a Freud e alla teoria psicoanalitica. La promessa della bellezza, anche a motivo della straordinaria sapienza con cui l’autore accosta registri, tradizioni di pensiero e orizzonti concettuali assai diversi tra loro, si presenta come una lettura stimolante e avvincente all’interno di un ambito di ricerca, l’Estetica Evoluzionistica, oggi in grande fermento. 
Mariagrazia Portera
 
Winfried Menninghaus, La promessa della Bellezza, a cura di S. Tedesco e tradotto da D. Di Maio, Palermo, Aesthetica, 2013, 294 pp.