I funghi, compagni nascosti dell’uomo

L'ordine nascosto

“L’ordine nascosto” è un libro affascinante che ci racconta, con la scorrevolezza di un romanzo, il posto fondamentale che i funghi occupano nella nostra vita. Ma ci spinge anche a interrogarci su molte idee radicate che abbiamo sulla biologia. E a scardinarle.

Titolo: L’ordine nascosto: La vita segreta dei funghi

Autore: Merlin Sheldrake

Editore: Universale Economica feltrinelli

Anno: 2022 (prima edizione 2020)

Pagine: 377

Isbn: 9788807896491

Questo libro è la traduzione italiana (ottima!) di un libro dal titolo molto darwiniano The entangled life, che è stato molto apprezzato e premiato nel mondo di lingua inglese. Vi si parla di funghi, dunque, e ci viene spiegato che i funghi si intrecciano ovunque con la nostra vita, dalla tavola (non solo quelle cose che chiamiamo funghi, ma anche i tartufi, il pane, e l’alcol sotto forma di birra e vino) alle foreste (quel magico feltro chiamato micorriza che collega tutte le piante) alla digestione dei rifiuti – anche tossici, alla produzione di antibiotici…

L’ordine nascosto è uno di quei libri scientifici che piacciono a uno come me, e la ragione principale è che è un libro senza confini: non è un libro di biologia nel senso classico del termine, ma si potrebbe definire un libro di biologia allargata. Da un lato ha un bell’indice analitico (piccola lezione per gli Editori italiani che spesso lo ignorano), un ampio corredo di note (37 pagine) e ben 38 pagine (fitte!) di bibliografia che ti permettono di usarlo come un piccolo trattato. Il racconto fluisce libero e gradevole, ma ognuna delle (moltissime) storie che racconta è corredata da un rinvio a dati o idee esposti in giornali scientifici.

Ma c’è dell’altro: il libro è anche un racconto di molti aspetti della simbiosi (e come potrebbe non esserlo dato che i funghi sono partner nella formazione dei licheni e svolgono un ruolo fondamentale come micorrize che collegano le radici delle piante e ne permettono la vita), e ci spinge a considerare la selezione naturale come fenomeno che interviene non solo sui singoli individui, ma anche sulle relazioni fra essi.

“… non si ritiene più che piante e funghi micorrizici seguano comportamenti mutualistici oppure parassitari. Anche nella relazione fra un solo fungo micorrizico e una sola pianta, il dare e il ricevere sono fluidi. Al posto di una rigida dicotomia, i ricercatori descrivono un continuum che va dal mutualismo al parassitismo. I reticoli micorrizici condivisi possono favorire sia la cooperazione sia la competizione”. (p. 265)

Mi sembra un interessante passo avanti rispetto alla famosa affermazione di Lynn Margulis che “la vita si è affermata attraverso la cooperazione, non la competizione”.

Merlin Sheldrake è un giovane ricercatore e saggista inglese che ha lavorato e lavora in ambienti tropicali, con una connotazione che si potrebbe definire “fuori dagli schemi”, ma che proprio per questo ci allarga la mente, insegnandoci a guardare i funghi con occhi nuovi, come quando attribuisce ai funghi – lieviti in questo caso – un ruolo “sociologico”:

“Cercando su internet, ho trovato un articolo su un «problema di mele» che affliggeva alcune zone alla periferia di Cambridge. I rami dei meli degli abitanti sporgevano sulla strada riempiendo la carreggiata di frutti caduti, che i ragazzini usavano come proiettili. Risultato: finestre rotte e auto ammaccate. Con uno stratagemma politico particolarmente brillante, un’associazione locale aveva fornito alla comunità una pressa per risolvere il problema e ridurre la quantità di rifiuti. Aveva funzionato: il vandalismo era diventato succo di mela. Il succo era stato fatto fermentare per ricavarne sidro. Il sidro era stato bevuto dalla comunità. Un principio saggio: far decomporre a un fungo un problema umano. Ancora una volta, gli esseri umani si erano organizzati in modo da convogliare i rifiuti verso gli appetiti fungini. In cambio, l’azione metabolica del fungo aveva avuto delle ricadute sulla vita e la cultura umane. Birra, penicillina, psilocibina, LSD, biocarburanti … Quante volte è successo?” (p. 275)

Non mancano nel libro considerazioni critiche sul nostro modo di fare sistematica. Sembra proprio che i funghi, definiti “un caos” dallo stesso Linneo, sfuggano ai criteri che usiamo per classificare animali e piante: “…il concetto stesso di specie fungina dovrebbe essere abbandonato” (p. 261). Tuttavia, anche ne non riusciamo a costringerli nella nostra sistematica, i funghi ci sono e ci provocano, e vanno guardati con il rispetto che si meritano esseri viventi la cui origine si perde nella notte dei tempi:

“Se fate entrare un fungo nella vostra mente, o vi meravigliate per come riesce a entrare in quella altrui; se venite curati da un fungo o lo osservate curare qualcun altro; se costruite la vostra casa con i funghi, o cominciate a far crescere funghi in casa vostra, saranno i funghi a cogliere voi in azione. Se voi siete vivi, i funghi lo sono da molto più tempo.” (p. 282)