Luca Cavalli Sforza all’Università di Milano Bicocca

Giovedì 30 aprile 2009 ore 14.30Aula U2.7, Piazza della Scienza 3Milano L’evoluzione umana ha cominciato ad essere oggetto di studio all’inizio del milleottocento superando parecchi ostacoli, non completamente scomparsi. Essa é determinata da quattro fattori: le mutazioni genetiche ovvero i cambiamenti del DNA, la selezione naturale, la deriva genetica (la perdita di diversità genetica dovuta alle dimensioni finite delle popolazioni),

Giovedì 30 aprile 2009 ore 14.30
Aula U2.7, Piazza della Scienza 3
Milano

L’evoluzione umana ha cominciato ad essere oggetto di studio all’inizio del milleottocento superando parecchi ostacoli, non completamente scomparsi. Essa é determinata da quattro fattori: le mutazioni genetiche ovvero i cambiamenti del DNA, la selezione naturale, la deriva genetica (la perdita di diversità genetica dovuta alle dimensioni finite delle popolazioni), la migrazione. Gli ultimi tre fattori sono valutabili solo demograficamente, e questa è la ragione per la quale lo studio dell’evoluzione nell’uomo è particolarmente facile.

Riserviamo ovviamente uno speciale interesse per la nostra specie, che ha avuto una storia assai particolare grazie all’elevato grado di comunicazione attraverso il linguaggio. Esso ha consentito lo sviluppo di una evoluzione “culturale”, cioè delle conoscenze ed abilità acquisite durante la vita individuale. La cultura è sostanzialmente acquisizione di idee nuove, che si possono considerare equivalenti a mutazioni genetiche. Al posto di cambiamenti del DNA, prestazioni intellettuali nuove e sovente di utilità pratica si sviluppano nel cervello e si trasmettono entro la società mediante il veicolo culturale. Le nuove idee d’importanza sono rare, forse quanto le mutazioni genetiche, ma la trasmissione culturale (cioè la diffusione ed acquisizione delle idee nuove) è quasi sempre molto più rapida della trasmissione biologica (delle mutazioni genetiche favorevoli). La velocità della trasmissione culturale è aumentata continuamente specie negli ultimi tempi, e con essa è aumentata anche quella dell’evoluzione culturale.

Lo studio dell’evoluzione, così come di qualunque processo storico, è particolarmente difficile a confronto di quello sperimentale, che permette di riprodurre a volontà il fenomeno esaminato da uno studioso, annoverando modifiche che permettono di studiare l’influenza di possibili fattori causali. In particolare, ma non soltanto negli studi storici è importante limitare il riduzionismo scientifico, un male reso solo in parte necessario dal livello di profondità richiesto dalla elevata specializzazione.

Cercherò di descrivere la mia esperienza di quello che io ho chiamato un approccio multidisciplinare alla evoluzione umana (uno stretto sinonimo, mi sembra, di scienza trasversale), perché ha importanti somiglianze con quello sperimentale, descrivendo come é stato possibile attuarlo nel caso specifico della mia ricerca, coniugando genetica, demografia, storia, archeologia, antropologia fisica culturale e sociale, linguistica. Le interazioni fra l’evoluzione biologica e quella culturale sono forti e complesse.

Il seminario è organizzato nell’ambito del Dottorato in scienze.