Ma tu… di che sesso sei?

Wolbachia pipientis è un batterio con insolite capacità: è infatti in grado di alterare la corretta determinazione del sesso negli organismi che infetta. Questo peculiare comportamento deriva dal fatto che Wolbachia si trasmette da un individuo all’altro per via verticale da madre in figlia. Per questo batterio quindi i maschi non sono utili come “mezzi di trasporto” verso le generazioni

Wolbachia pipientis è un batterio con insolite capacità: è infatti in grado di alterare la corretta determinazione del sesso negli organismi che infetta. Questo peculiare comportamento deriva dal fatto che Wolbachia si trasmette da un individuo all’altro per via verticale da madre in figlia. Per questo batterio quindi i maschi non sono utili come “mezzi di trasporto” verso le generazioni future, ma solamente un cattivo investimento di risorse. Perché non fare in modo, allora, di avere solamente femmine nelle popolazioni infettate? A farne le spese sono tante specie, tra cui la cicalina Zyginidia pullula (insetto appartenente agli emitteri) in cui i maschi infetti divengono individui di sesso femminile a livello fenotipico. Come ottenere un simile risultato? Analisi delle modificazioni epigenetiche del genoma di Zyginida hanno mostrato che Wolbachia sembrerebbe in grado di alterare l’impronta genomica sesso-specifica che differenzia il genoma maschile da quello femminile. Questa impronta, definita imprinting, risulta infatti alterata negli individui geneticamente maschi e resa simile a quella presente nelle femmine. Il risultato? La femminizzazione dei maschi. Wolbachia ci mostra quindi che esiste un sesso genetico ed uno epigenetico e che alcuni organismi parassiti hanno “imparato” nel corso dell’evoluzione come alterare questi meccanismi al fine di trarne vantaggi.

Mauro Mandrioli
University of Modena and Reggio Emilia