Etienne Geoffroy Saint-Hilaire

Etienne Geoffroy Saint-Hilaire

Etienne Geoffroy Saint-Hilaire (1772-1844)

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da: Mémoire sur l’organisation des Insectes (1824)

Si trovano negli insetti, contenuti tutti nel loro tubo, non solo il loro midollo spinale, ma tutti gli organi addominali […] Da ciò bisogna concludere che gli insetti sono degli animali vertebrati: e se tutto deve ridursi ad una vertebra, è presso gli insetti che tale proposizione è assolutamente evidente. In ultima analisi, ne concludiamo che: ogni animale vive o dentro o fuori della sua colonna vertebrale. Avremo d’ora in avanti in effetti questo grande carattere per differenziare i vecchi vertebrati da questi nuovi, che saranno accomodati giusto dopo di quelli.

[…]

Il primo segmento del corpo degli insetti non corrisponde a tutta la testa di un vertebrato, ma si compone delle ossa della faccia, di quelle del cervello propriamente detto, e degli ioidi.

Il secondo si forma dalle ossa del cervelletto, da quelle del palato, e dai pezzi della laringe.

Il terzo, dagli interparietali, dai parietali e dagli operculari.

Così, i tre segmenti anteriori provengono da uno smembramento del cranio dei vertebrati […] il Signor de Blainville avrebbe anche annunciato, a questo proposito, di poter dimostrare che la testa dei vertebrati è composta da una sequenza di articolazioni o di vertebre saldate, ognuna sviluppata in proporzione al sistema nervoso che racchiude

Da: Sur la vertèbre (1822)

Misi l’animale non come si trova relativamente al suolo, ma come mi conveniva vederlo per confrontarlo agli animali dei primi ranghi. Avendo distrutto tutti i tubi vertebrali o gli astucci ossei dell’aragosta sulla quale sperimentavo, ne disposi i resti in modo da vedere in alto il midollo spinale. Quale fu la mia sorpresa e, aggiungo, da quale ammirazione fui colto, vedendo un ordine che metteva sotto i miei occhi tutti i sistemi organici di quest’aragosta nell’ordine nel quale sono messi presso i mammiferi? Così, sui lati del midollo spinale, vidi tutti e ognuno dei muscoli dorsali; al di sotto erano gli organi della digestione e gli organi del torace, più in basso ancora il cuore e tutto il sistema sanguigno, più in basso ancora, a formare l’ultimo strato, tutti e ciascun muscolo addominale.

Da: Principes de philosophie zoologique (1830)

La prima idea che fece nascere la situazione bizzarra ed anormale dei cefalopodi che hanno la cloaca applicata sulla nuca, è che questi animali camminano e nuotano, e presentano il vertice verso terra o verso il fondo delle acque, e che tutti i loro organi che presentano delle analogie con quelli degli animali superiori sono disposti sulla base di un piano che noi crediamo poter tradurre con questa semplicissima formula: Immaginiamoci un animale vertebrato che cammini sulla testa; sarebbe assolutamente la posizione di uno di quei saltinbanchi che rigirano spalle e testa all’indietro per camminare su mani e piedi; allora l’estremità del bacino dell’animale, con questo rovesciamento, si troverebbe applicata alla parte posteriore del collo

Dalla replica di Cuvier a Etienne Geoffroy Saint-Hilaire, Principes de philosophie zoologique (1830):

Ma cos’è l’unità di progetto, e soprattutto l’unità di composizione che dovrebbero ora formare la nuova base della zoologia? Ecco ciò che nessuno ha ancora detto chiaramente, eppure è proprio lì che bisognerebbe fissare, per cominciare, le proprie idee […]

Non sono certo io a pensare che i naturalisti, anche i più volgari, adoperino queste parole, unità di composizione, unità di progetto nel loro senso comune, di identità. Nessuno sosterrebbe nemmeno per un minuto che il polpo e l’uomo abbiano un’unica composizione un unico progetto. Questo salta agli occhi. Unità dunque non significa per i naturalisti dei quali parliamo, identità: non è presa nella sua accezione naturale, ma gli si dà un significato traslato di somiglianza, analogia. Così, quando si dice che l’uomo e la balena hanno unità di composizione, non si vuole dire che la balena abbia tutte le parti dell’uomo… […]

In una parola, se per unità di composizione si intende identità, si dice una cosa contraria alle più semplici testimonianze dei sensi; se si intende somiglianza, analogia, si dice una cosa vera entro certi limiti, ma vecchia come la stessa zoologia… […]

Partendo da lì, ho preso, da una parte, un vertebrato; l’ho piegato, come mi si richiedeva, il bacino verso la nuca; ho levato i tegumenti da una parte, per mettere a nudo la situazione delle sue parti interne; d’altra parte, ho preso un polpo e l’ho messo a fianco del vertebrato per rendermi conto della situazione rispettiva degli organi.

E’ vero che in questa posizione la mascella più sporgente del polpo corrisponde alla mascella superiore del mammifero; ma per concluderlo in modo decente bisognerebbe che il cervello fosse dalla parte dell’imbuto, come lo è nei mammiferi verso la nuca. Invece è tutto il contrario: il cervello del polpo è dalla parte opposta all’imbuto.

Ecco già un terribile ostacolo per l’idea che l’imbuto sia un bacino ripiegato verso la nuca.

Ma continuiamo: se il lato sul quale si ripiega l’imbuto fosse quello della nuca, bisognerebbe ancora che l’esofago passasse fra questo ed il fegato, come è nei mammiferi: ma è tutto al contrario; passa dalla parte opposta, che chiamiamo dorsale…, ecc.

Ora io vi chiedo: come si potrebbe dire, con queste numerosissime, enormi, differenze, in meno da una parte, in più dall’altra, che fra i cefalopodi ed i vertebrati vi sia un’identità di composizione, un’unità di composizione, senza forzare le parole della lingua dal loro significato più manifesto?

Riporto questi fatti al loro senso più vero dicendo che i cefalopodi hanno più organi in comune coi vertebrati e che svolgono funzioni simili; ma che questi organi sono disposti in modi diversi l’un l’altro, spesso costruiti in altro modo, che sono accompagnati da molti organi assenti nei vertebrati, mentre questi ne hanno che mancano ai cefalopodi.