Meno male che c’è Darwin

Oggi l’Avvenire pubblica, sotto l’insolito/allusivo titolo “Meno male che cìè Darwin (sembra evidente l’allusione, se rimescoliamo un pochino le parole- ad una canzone che trascina le masse e alla connessa curiosità su un “buco” che non si riusciva proprio a trovare nell’agenda del Papa) una parte dell’introduzione al recente libro con cui F.Ayala cerca di convincere anche i cattolici a

Oggi l’Avvenire pubblica, sotto l’insolito/allusivo titolo “Meno male che cìè Darwin (sembra evidente l’allusione, se rimescoliamo un pochino le parole- ad una canzone che trascina le masse e alla connessa curiosità su un “buco” che non si riusciva proprio a trovare nell’agenda del Papa) una parte dell’introduzione al recente libro con cui F.Ayala cerca di convincere anche i cattolici a considerare Darwin non solo un grande scienziato, ma quasi un profeta che potrebbe fare del bene anche alla loro religione.

Il titolo del suo libro non lascia infatti molti dubbi sul suo giudizio positivo sulla teoria dell’evoluzione che è scaturita dalle prima idee di Darwin: «Il dono di Darwin alla scienza e alla religione». Tranquillizzante per i cattolici èsenza dubbio la casa editrice, la San Paolo. Qualche dubbio potrebbe suscitare invece l’autore, il famoso biologo molecolare Francisco Ayala; soprattutto nei cattolici sostenitori dell’Intelligent Design, fra cui il card. Schonborn e forse lo stesso Papa, che talvolta ripete alcune delle loro frasi, come quella sull’ampliamento della ragione, punto centrale della ormai ventennale “Strategia del Cuneo” [Wedge Strategy], lanciata agli inizi degli anni ’90 contro la teoria dell’evoluzione e il metodo scientifico.

Nel libro infatti F.Ayala (laureato anche in teologia ed ex religioso domenicano) è chiaro: parla di un dono alla scienza e alla religione fatto da Darwin. Già il 12/7/2005 F.Ayala, impegnato fin dagli anni ’90 a contrastare la diffusione delle idee ottocentesche riproposte identiche dai neocreazionisti del Discovery Institute, aveva cercato di mettere in allarme la Chiesa con una preoccupatissima lettera al Papa in cui contestava le idee del Card. Schonborn pubblicate sul New York Times qualche giorno prima.

Nessuno allora gli aveva risposto “ora prova con uno strumento che non può essere ignorato e aspetta che qualcuno gli spieghi per quale motivo si possa rifiutare quello che lui chiaramente reputa è “un dono”.

Per questo motivo sarà interessante seguire le reazioni alla pubblicazione in italiano di questo testo.

Per ora c’è la prefazione di F.Facchini e la scheda che troviamo nel sito della San Paolo, editrice del libro; forse non han letto bene il libro, dato che nella loro scheda, che troviamo anche presso altri siti che vendono il libro on line, si legge che “la religione non ha nulla da temere dal dato dell’evoluzione”.

Come si sa il dato dell’evoluzione era già noto BEN PRIMA di Darwin. Lo stesso Ayala nell’intervista all’Avvenire del 3/3/09 diceva chiaramente “Darwin ha scoperto la selezione naturale. Per lui l’evoluzione era un fatto evidente ma occorreva trovare la legge naturale che la spiegasse. Nel 1938 [sic] scrive nel suo diario: ‘Ho trovato la chiave: è la selezione na­turale'”.

O forse il libro l’hanno letto, ma non hanno capito quale sia stato il dono. Purtroppo non hanno nemmeno letto l’intervista, dove F.Ayala non solo chiarisce un concetto poco noto (“Darwin e la teoria della selezione naturale non implicano materialismo metafisico, non negano l’estenza di Dio, nè valori spirituali e moralità”) ma fornisce un’informazione che difficilmente viene citata da chi ha un’impostazione creazionista del processo vitale: “il 20% delle gravidanze si conclude in un aborto spontaneo nei primi due mesi”.

– Nel sito della DISF ancora non è stato recensita la traduzione italiana del libro di Ayala, e non c’è traccia nemmeno dell’edizione originale.

Anche qui, come con il convegno alla Gregoriana, sembra ci siano dei problemi a trarre delle conclusioni sulla base di iniziative che vanno nel senso di evidenziare i limiti del “dialogo”, evidenziando che la scienza non si occupa di problemi che una religione possa capire e valutare. Lo dice lo stesso F.Ayala nell’intervista citata: “scienza e fede trattano di cose distinte. La scienza spiega i processi naturali con leggi naturali. La religione trat­ta invece del significato della vita e del nostro rapporto con Dio”.

Questa relazione di F.Ayala come esperto in un processo fra l’Università della California e l’Association of Christian Schools International chiarisce meglio le conseguenze di questa sua opinione favorevole a Darwin e contraria al creazionismo biblico che caratterizza molte religioni protestanti. Anche grazie alla testimonianza di F.Ayala l’Università  ha vinto il processo nel 2008, per cui può negare l’ammissione a studenti delle superiori con conoscenze inadeguate in biologia.

Tratto da L’Antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti