Mostra ‘Sulle tracce di Darwin’

Genova – Quanto è antico l’uomo? I primi uomini hanno condiviso il mondo con i cosiddetti animali “antidiluviani”? Quale era il suo aspetto? Nelle grotte della Liguria ha inizio a partire dalla metà dell’800 il lavoro di ricercatori e collezionisti per rispondere ai grandi interrogativi sollevati dalle idee di Darwin che nel 1859 pubblicava “L’origine delle specie”. Un itinerario nelle

Genova – Quanto è antico l’uomo? I primi uomini hanno condiviso il mondo con i cosiddetti animali “antidiluviani”? Quale era il suo aspetto? Nelle grotte della Liguria ha inizio a partire dalla metà dell’800 il lavoro di ricercatori e collezionisti per rispondere ai grandi interrogativi sollevati dalle idee di Darwin che nel 1859 pubblicava “L’origine delle specie”.

Un itinerario nelle sale della preistoria del Museo Archeologico individua i reperti più significativi e l’instancabile lavoro dei primi paletnologi. La mostra, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria, presenta pezzi inediti dal Museo dei Balzi Rossi di Ventimiglia e dal Museo di Preistoria Regionale di Mentone, calchi dell’Uomo di Neanderthal, libri, fotografie e documenti che completano la ricostruzione di una straordinaria stagione della ricerca archeologica e ci aiutano a comprendere una grande rivoluzione scientifica che ha coinvolto presto e direttamente l’Italia e la Liguria.

Nel 1859 Charles Darwin pubblica The Origin of Species, tradotto in Italia ad opera di Giovanni Canestrini nel 1864, e nel 1871 The Descent of Man. Fra le prime in Europa, la comunità scientifica italiana accoglie e discute accesamente le idee di Darwin; le sue opere spingono a rivedere “il posto dell’uomo nella natura”.

In quegli anni assumono un contorno netto alcune domande che già da alcuni decenni aleggiavano nel mondo delle scienze naturali e della nascente antropologia: le faune dei grandi animali estinti nel Pleistocene, i cosiddetti tempi “antidiluviani”, si rinvengono oppure no negli stessi strati archeologici che conservano tracce dei primi uomini? L’uomo è vissuto assieme a questi grandi animali antichissimi? Quanto è antico l’uomo? Sarà la ricerca sul campo a dover rispondere e nel contempo verificare la correttezza delle implicazioni darwiniane sull’evoluzione umana e cioè che l’uomo e le grandi scimmie antropomorfe dovevano necessariamente condividere un antenato.

Attorno al 1850 era iniziata in Liguria una straordinaria stagione di ricerche archeologiche: favoriti dalla particolare conformazione geologica della nostra regione, ricca di caverne da Ventimiglia a La Spezia, una schiera di validi ed appassionati ricercatori anche dilettanti, soprattutto religiosi, indagano per più di mezzo secolo nelle grotte liguri di Finale, Toirano, Balzi Rossi e Isola Palmaria. Senza nominare esplicitamente la “scabrosa” questione posta dalle opere di Darwin, ne sono senz’altro consapevoli, ed entrano direttamente e con grande onestà intellettuale nel cuore dei problemi, propongono le loro risposte, a volte incappando in clamorosi errori, ma più spesso contribuiscono ad una corretta impostazione delle questioni in gioco.

Nelle prime quattro sale del Museo di Archeologia Ligure sono riunite le scoperte effettuate dai principali studiosi che, sempre con grande passione e spesso anche con un serio approccio scientifico, fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 furono i protagonisti di queste vicende: Pietro Deogratias Perrando, Adolfo Perez, Giovanni Battista Amerano, Nicolò Morelli, Giovanni Battista Rossi e naturalmente Arturo Issel stesso. Nelle sale espositive si completa il percorso con reperti paleontologici e archeologici delle grotte dei Balzi Rossi, con i calchi dei resti ossei neandertaliani dalla Grotta delle Fate e con a documenti, libri, medaglie ecc. che scandiscono il percorso dei primi 50 anni della ricerca preistorica e delle relative esposizioni in Liguria, fra XIX e XX secolo.

Tratto da ‘Città di Genova, il quotidiano online di Genova’