Olfatto da guinness

L’albatro urlatore (Diomedea exulans) è un uccello noto per la sua straordinaria apertura alare, che in alcuni casi può superare i 3,5 metri di lunghezza. Grazie a queste imponenti ali, questa specie è in grado di sfruttare al meglio le correnti d’aria e di volare per centinaia di chilometri lontano dalle coste su cui nidifica per andare in cerca di

L’albatro urlatore (Diomedea exulans) è un uccello noto per la sua straordinaria apertura alare, che in alcuni casi può superare i 3,5 metri di lunghezza. Grazie a queste imponenti ali, questa specie è in grado di sfruttare al meglio le correnti d’aria e di volare per centinaia di chilometri lontano dalle coste su cui nidifica per andare in cerca di cibo, costituito prevalentemente da cefalopodi e pesci vivi, ma anche da carogne. Grazie ad un nuovo studio, condotto da ricercatori della UC Davis, l’albatro urlatore diventerà famoso anche per un’altra sua peculiarità, l’olfatto sensibilissimo. Sembra infatti che sia prorpio grazie a questo senso molto sviluppato che gli albatri sono in grado di reperire le preziose fonti di cibo anche a decine di chilometri di distanza.

Che la captazione degli odori fosse importante per questi animali risulta evidente al solo sguardo; presentano infatti bulbi olfatti particolarmente sviluppati, tuttavia si pensava che anche la vista giocasse un ruolo di primo piano nelle attività di foraggiamento in mare aperto. Per comprenderne le strategie di caccia, i ricercatori hanno monitorato alcuni individui durante le battute di caccia, mediante l’installazione sulle zampe di dispositivi GPS che ne segnalavano la posizione ogni 10 secondi, ricostruendone con grande precisione gli spostamenti ed il comportamento durante il volo.

I risultati, pubblicati sulla rivista PNAS, indicano che gli albatri tendono a volare controvento agli inizi delle attività di foraggiamento, mentre solo in seguito sfruttano le correnti d’aria parallele alla direzione di navigazione, muovendosi però a zig-zag. La prima fase del processo di ricerca del cibo è quindi finalizzata alla captazione degli odori provenienti dalle prede e trasportati dalle correnti d’aria, attività facilitata dal volo nella direzione opposta a quella del vento. Dopo l’individuazione della direzione da seguire, quella da cui proviene l’odore, gli albatri si fanno trascinare dalle correnti d’aria favorevoli, senza così pagare grossi costi energetici, e si muovono a zig zag per meglio identificare la fonte di nutrimento. Questo comportamento presuppone dunque l’uso dell’olfatto piuttosto che di indizi visivi.

Se il foraggiamento fosse dipendente dalla vista, infatti, non si verificherebbe la lunga e faticosa fase di volo controvento, ma ci si aspetterebbe un volo diretto verso le prede avvistate. Sembra però che questo senso venga ugualmente utilizzato per l’identificazione all’orizzonte di altri stormi di uccelli intenti nella pesca, risparmiando la fase dispendiosa del volo controvento.

Andrea Romano

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons