Origine e diffusione della tubercolosi

Il Mycobacterium tuberculosis complex (MTBC) è composto da un gruppo di alcune specie di microorganismi patogeni che da migliaia di anni colpiscono uomini e animali. Il membro più famoso del MTBC è senza dubbio Mycobacterium tuberculosis, l’agente eziologico della tubercolosi umana che, ad esempio, causò la morte di oltre 1,7 milioni di persone nel 2004. Tutte le varianti, compresa quella

Il Mycobacterium tuberculosis complex (MTBC) è composto da un gruppo di alcune specie di microorganismi patogeni che da migliaia di anni colpiscono uomini e animali. Il membro più famoso del MTBC è senza dubbio Mycobacterium tuberculosis, l’agente eziologico della tubercolosi umana che, ad esempio, causò la morte di oltre 1,7 milioni di persone nel 2004.

Tutte le varianti, compresa quella causata dal Mycobacterium africanum, che è stata riscontrata prevalentemente in pazienti di origine africana, e tutte quelle che colpiscono gli animali, derivano da un progenitore batterio tubercolare conosciuto con il nome di Mycobacterium prototuberculosis. Nonostante la grande diffusione di questa malattia a livello mondiale, si conosce poco sulla sua origine e la sua diffusione nel corso dell’evoluzione. Oggi un nuovo studio, pubblicato e accessibile sulla rivista online PLoS Pathogens, ha tentato di fornire maggiori informazioni al riguardo, mediante il confronto di un alto numero di sequenze ripetute in tandem all’interno dei genomi delle diverse forme di tubercolosi, raccolti in modo tale da essere rappresentativi della sua attuale distribuzione a livello mondiale.

I risultati indicano una chiara divisione in due principali gruppi, uno costituito da M. tuberculosis, proveniente solo da campioni umani, mentre l’altro comprendente tutte le varianti che si riscontrano negli animali (M. microti. M. bovis, M. caprae e M. pinipedii) e M. africanus, prelevata da esseri umani isolati dell’Africa occidentale. Da notare, inoltre, che il primo gruppo si sudivide in ulteriori sottogruppi, identificabili su base geografica: e così, sull’albero filogenetico, si differenziano un ramo africano, uno asiatico, uno europeo e uno mediterraneo-latino americano. Vi sono invece alcuni dubbi sulla posizione del ceppo est africano-indiano (EAI). Per quanto riguarda invece il secondo clade, assume particolare rilevanza la posizione basale dell’unica variante umana, ad indicare una probabile origine dei batteri che causano la tubercolosi in seno alla nostra specie ed una successiva diffusione in altri ospiti, quali gli animali a stretto contatto con l’uomo. 
 
Lo studio ha altresì fornito prove genetiche riguardo il periodo di origine di questo gruppo di patogeni, il cui progenitore comune visse intorno a 40.000 anni fa, quando le popolazioni di Homo sapiens stavano diffondendosi ovunque sulla terra. Secondo i ricercatori, i micobatteri tubercolari si diffusero dunque insieme all’ospite umano a partire da popolazioni provenienti dal corno d’Africa. In un periodo compreso tra circa 30.000 e 20.000 anni fa, avvenne invece la separazione tra le due principali linee individuate in precedenza. La prima seguì le ondate migratorie dell’uomo, come dimostrato dall’attuale distribuzione dei vari ceppi sui continenti, mentre la seconda fu trasferita agli animali. Il passaggio dall’ospite umano a quello animale avvenne probabilmente nella Mezzaluna fertile, in Mesopotamia, nel periodo in cui si formarono i primi insediamenti umani stabili, favoriti dall’addomesticameno dei primi animali.

Ma la storia evolutiva della tubercolosi non si ferma qui: lo studio ha infatti evidenziato una notevole espansione negli ultimi secoli di quasi tutti i ceppi di M. tuberculosis, che ha accompaganto l’enorme incremento demografico umano. Insomma, siamo davanti ad un caso di evoluzione demografica parallela tra l’uomo e uno dei suoi principali patogeni, la cui fine sembra ben lontana…

Andrea Romano

Riferimenti:
Wirth et al. Origin, Spread and Demography of the Mycobacterium tuberculosis Complex. PLoS Pathogens, 2008; 4 (9): e1000160 DOI: 10.1371/journal.ppat.1000160

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons