Per non morire di fame

Il ricercatore Marshall McCue della University of Arkansas pubblica su Zoology l’interessante risultato delle sue ricerche di laboratorio, che hanno coinvolto ben 62 esemplari appartenenti a tre diverse specie, e filogeneticamente distanti, di questi inquietanti e affascinanti rettili: il pitone Python regius, il colubride Elaphe obsoleta (detto rat snake per la sua dieta particolarmente ricca di piccoli roditori) e il

Il ricercatore Marshall McCue della University of Arkansas pubblica su Zoology l’interessante risultato delle sue ricerche di laboratorio, che hanno coinvolto ben 62 esemplari appartenenti a tre diverse specie, e filogeneticamente distanti, di questi inquietanti e affascinanti rettili: il pitone Python regius, il colubride Elaphe obsoleta (detto rat snake per la sua dieta particolarmente ricca di piccoli roditori) e il velenosissimo serpente a sonagli Crotalus atrox. Sono state studiate le reazioni dei serpenti alla prolungata mancanza di cibo, che si e’ protratta fino a sei mesi: sono queste condizioni che si riscontrano facilmente in natura per queste specie, e per la prima volta sono stati collezionati e analizzati i dati relativi alla risposta fisiologica, morfologica (lunghezza e peso) e di composizione chimica degli individui esaminati. L’autore ha cosi’ rilevato un abbassamento del livello metabolico a riposo fino al 72% per gli esemplari di rat snake e di serpente a sonagli (decrementi piu’ limitati si osservano per il pitone), accompagnato comunque da una crescita in lunghezza: un’evidenza che suggerisce la notevole capacita’ da parte di questi rettili di utilizzare al meglio le risorse disponibili. E dove vengono reperite le risorse energetiche comunque necessarie? Per riprendere un linguaggio economico, si puo’ dire che le strategie adattative dei rettili studiati non riguardano soltanto la domanda energetica (diminuita attraverso l’abbassamento del metabolismo), ma anche l’offerta energetica: McCue ha infatti osservato che, in mancanza di cibo, vengono utilizzate in modo ottimale le riserve energetiche endogene. In particolare, i grassi sono la prima riserva interna ad essere impiegata per tutte e tre le diverse specie. E quando la carestia si fa drammatica? Qui intervengono differenze tra le diverse specie: il rat snake, che ha una dieta particolarmente ricca in proteine, demolisce queste macromolecole piu’ rapidamente delle altre due specie esaminate.

Insomma, i dati rilevati da McCue confermano e danno misure quantitative dello straordinario successo evolutivo e adattativo ad ambienti a bassa offerta energetica per questi rettili, e pongono le basi per ulteriori analisi comparative fra serpenti o fra essi ed altri animali.

Paola Nardi

Immagine, tratta da Wikipedia, di un esemplare di Python regius