Perché non esistono insetti acquatici necrofagi?

Quali sono le cause ecologiche alla base dell’assenza di insetti acquatici che si nutrono di carcasse?

Negli ambienti terrestri vive una ricca e diversificata fauna di insetti necrofagi, specializzati cioè nel consumo di carcasse animali. Numerosi gruppi di Coleotteri e Ditteri sono il risultato di un lungo processo evolutivo che ha selezionato specialisti nell’individuazione e utilizzo di materia animale morta. Una volpe schiacciata su una strada di campagna o un cadavere umano abbandonato in un bosco attirano in brevissimo tempo numerose specie di esapodi, richiamate dai gas sprigionatisi nella decomposizione. Il processo di colonizzazione è estremamente rapido e origina una successione degradativa nella quale si avvicendano numerosi taxa adattati al consumo di sostanza organica a diversi livelli di disfacimento. Gli esapodi necrofagi rappresentano un’importante componente funzionale degli ecosistemi terrestri e sono stati recentemente studiati con grande attenzione nell’ambito dell’entomologia forense, una disciplina che sta riscuotendo un notevole successo anche mediatico, grazie ad alcune serie televisive di ambientazione poliziesca.
Nulla di paragonabile esiste negli ambienti acquatici, dove paradossalmente gli insetti costituiscono il più abbondante e diversificato gruppo di invertebrati, con tredici ordini (cioè la metà circa dell’intera classe Insecta) rappresentati. Perché non esistono insetti acquatici necrofagi?
Una prima ipotesi per spiegare la mancanza di esapodi necrofagi acquatici potrebbe essere di tipo squisitamente filogenetico, poiché gli insetti sono un gruppo primariamente terrestre che ha colonizzato secondariamente le acque dolci. Possiamo ipotizzare che, per varie ragioni, le linee evolutive in cui si sono sviluppate forme necrofaghe terrestri non abbiano invaso torrenti e fiumi: questa asserzione, da sola, sembra tuttavia poco convincente poiché Coleotteri e Ditteri sono ben rappresentati in tutti gli ambienti terrestri e fluviali, spesso con le stesse famiglie (ad esempio Diptera Syrphidae). Particolarmente importanti nel determinare la mancata specializzazione necrofaga tra gli esapodi acquatici possono essere state alcune caratteristiche ambientali tipiche dei sistemi lotici. In primo luogo, i fiumi sono sistemi fondamentalmente eterotrofi, poveri di produttori, che in gran parte dipendono energeticamente dall’ingresso di materiale vegetale di origine terrestre. Le catene trofiche fluviali sono quindi basate sul detrito più che sul pascolo: gli insetti acquatici sono generalmente detritivori poco specializzati, che possono approfittare senza particolari adattamenti anche della saltuaria presenza di carcasse animali. Le pressioni evolutive che hanno portato ad una specializzazione necrofaga possono essere state più forti nei sistemi terrestri piuttosto che in quelli acquatici anche per le diverse caratteristiche fisiche dei due ambienti. Infatti le carcasse sono molto più difficili da localizzare in un fiume piuttosto che in un bosco: in quest’ultimo ambiente la putrefazione libera composti organici volatili che permettono la rapida localizzazione della risorsa da parte degli stadi adulti alati mentre nei fiumi il flusso unidirezionale della corrente e le caratteristiche dell’acqua limitano la diffusione di queste tracce chimiche. 
Un ulteriore elemento deriva dal fatto che nei sistemi terrestri gli insetti hanno occupato un’altra importante nicchia ecologica, legata alla coprofagia. Gli insetti che si nutrono di sterco in pratica sfruttano una risorsa per molti versi simile alle carcasse, essendo presente in unità discrete, effimere e distribuite in modo puntiforme. Questo suggerisce che simili pressioni evolutive abbiano rafforzato la selezione di specialisti per il consumo di resti animali di varia origine: tra i Sarcophagidae ad esempio alcuni taxa si nutrono di feci ed altri di carcasse, mentre Calliphoridae e Silphidae si nutrono indiscriminatamente di entrambi. In questo contesto, la mancanza di grandi vertebrati erbivori, produttori di importanti masse fecali, nei fiumi può essere una concausa importante legata alla mancata evoluzione di insetti necrofagi acquatici. Inoltre, nei sistemi fluviali la velocità della corrente provoca abrasione e frammentazione che limitano maggiormente la presenza temporale delle carcasse nel letto fluviale e riducono quindi la sua importanza per potenziali consumatori specialisti. Infine, la competizione diretta con un ricco e diversificato gruppo di Artropodi primariamente acquatici, i Crostacei, può aver limitato l’evoluzione della necrofagia tra gli Insetti dulciacquicoli. 
Probabilmente la mancanza di specializzazione alla necrofagia tra gli insetti acquatici (ma non tra i terrestri) è il risultato di pressioni sinergiche, in parte legate alla storia evolutiva dei diversi gruppi di Artropodi ed in parte alle peculiari caratteristiche ecologiche e fisiche dei sistemi fluviali. 
Stefano Fenoglio 
DISIT Università del Piemonte Orientale, Via T. Michel 11, 15121 Alessandria 
Per saperne di più:
Fenoglio S., Merritt R.W., Cummins K.W., 2014. Why do no specialized necrophagous species exist among aquatic insects? FRESHWATER SCIENCES. 33:711-715.
Immagine da Wikimedia Commons