Posta per Mr. Darwin da Sophie Bledsoe Herrick

Sophie Bledsoe Herrick, persona dai molteplici interessi, ebbe un breve scambio epistolare con Charles Darwin nel 1876. Il tema delle due lettere riguarda le piante insettivore, oggetto di studio del libro Insectivorous plants (Piante insettivore) di Darwin.

Nel 1876 Charles Darwin ebbe uno scambio epistolare riguardo al suo libro  Insectivorous plants (1875, Piante insettivore) con Sophie Bledsoe Herrick, un’autrice scientifica statunitense. Nella lettera del 12 febbraio 1876, Herrick chiese a Darwin se avesse approfondito l’abilità delle piante insettivore di sopravvivere solo mediante materia inorganica, come le altre piante. Sophie richiese una risposta, che Darwin puntualmente inviò.  

L’infanzia di Sophie Bledsoe in Ohio 

Sophie McIlvaine Bledsoe nacque a Gambler, (Knox) in Ohio, il 26 marzo 1837. Figlia maggiore di Albert Taylor Bledsoe e Harriet Coxe Bledsoe, discendente di una nota famiglia del New Jersey. Il padre fu prima studente di teologia al Kenyon College e poi divenne professore di matematica presso le Università del Mississippi e della Virginia. Sophie ricevette inizialmente un’istruzione domestica e fu perlopiù autodidatta sotto la guida di suo padre. Poi, frequentò il collegio femminile di Cincinnati, diretto da sua zia, Margaret Coxe, e l’istituto Cooper a Dayton, sempre in Ohio. Nei suoi anni presso i collegi femminili, frequentò anche lezioni al Johns Hopkins Institute, dove acquisì notevoli competenze in biologia, soprattutto in microscopia. Fin dagli undici anni, la piccola Sophie si ‘sentì a casa’ negli ambienti accademici del Mississippi e della Virginia: studiò matematica, disegno e geologia, e mostrò interesse nelle scienze in generale. Il suo coinvolgimento e la sua passione per le conoscenze scientifiche furono sempre incoraggiati dall’ambiente familiare.

Nel 1860 sposò il reverendo James Burton Herrick e si trasferì a New York. Fu qui che Sophie lesse sistematicamente le opere appena pubblicate di Charles Darwin, Thomas Henry Huxley (1825-1895, zoologo britannico) e John Tyndall (1820-1893, fisico britannico). Nel 1868 i coniugi Herrick si separarono perché Sophie non condivideva le opinioni sociali del marito, che si sentiva sempre più vicino alla Comunità di Oneida (la comunità fu fondata da John Humphrey Noyes e nacque come esperimento di comunismo integrale, fondando le sue basi ideologiche nella teoria religiosa del Perfezionismo). Sophie, allora, con il figlio e le due figlie, si trasferì a Baltimora, nel Maryland, per supportare il padre nella direzione di una scuola femminile.  


Editrice e scrittrice scientifica
 

Nel 1874 Sophie affiancò nuovamente suo padre nella gestione editoriale del “Southern Review. Man mano che la rivista cresceva in qualità e fatturato, suo padre le affidò sempre più compiti editoriali e commerciali. Nel 1877, in seguito alla morte del genitore, ne divenne caporedattrice. Contribuì anche alla stesura e all’illustrazione di popolari articoli scientifici riguardanti la biologia cellulare per lo Scribner’s Monthly. Nel 1878 entrò a far parte della redazione e vi rimase anche quando il magazine assunse il nome Century Magazine, sotto la direzione di Richard Watson Gilder (1844-1909, poeta e editore). Continuò a lavorare come assistente editoriale e lettrice di manoscritti per venticinque anni. Una volta ritiratasi, dedicò il resto della sua vita alla pittura, alla scrittura e ai viaggi. Morì a Greenwich, nel Connecticut, il 9 ottobre 1919. 


La microscopia e gli studi sulle api
 

Il suo assiduo impegno nello studio e l’instancabile ingegno le permisero di offrire alla rivista  Scribner’s Monthly non solo articoli, ma anche recensioni scientifiche, scritti storici, critici e biografici. I suoi articoli erano ben scritti, professionali e arricchiti dalle sue illustrazioni, molte delle quali derivavano dalle osservazioni svolte al microscopio. Infatti, Sophie fu un’abile microscopista. Possedeva, inoltre, la capacità di scrivere per pubblici diversi: declinò la storia naturale e le scienze per bambini e adulti. Per esempio, il suo articolo (non firmato, come molti altri ascrivibili a lei e presenti nel Poole’s Index) Children of the Queen (I bambini della regina) è una descrizione antropomorfizzata della vita, dell’anatomia e del comportamento delle api. L’antropomorfizzazione delle api, nei suoi numerosi articoli sul tema pubblicati tra il 1860 e il 1874, mostrano un’eccellente descrizione dell’organizzazione sociale di questi insetti, delle modalità di produzione del miele e di interazione con la regina. Da tutti i scuoi scritti emerge una profonda conoscenza della letteratura scientifica del tempo e l’approccio sperimentale alla base delle sue osservazioni è sempre evidente. 


Le piante e gli organismi acquatici
 

Nel 1875 si dedicò agli cnidari, in particolare alle idre, e alle spugne vitree (Hyalospongiae). Ne descrisse, utilizzando sempre la terminologia scientifica idonea, l’anatomia, la fisiologia e il ciclo vitale, e aggiunse sue illustrazioni. I coralli da acquario, che lei definì ‘toilers of the sea’ (gran lavoratori del mare) e ‘nature’s stone makers’ (generatori di pietra naturale), catturarono la sua attenzione e descrisse il loro complesso ciclo vitale. Successivamente, si occupò di botanica e biologia vegetale: i suoi articoli furono raccolti in due libri: Chapters on Plant Life (1885, Capitoli sulla flora) e The Wonders of Plant Life Under the Microscope (1883, Meraviglie della flora al microscopio). Per esempio, in un articolo descrive le origini della vita, si sofferma sulla natura, sulla struttura delle cellule e dei tessuti, e sull’importanza della fotosintesi; in un altro sono descritte la riproduzione e la struttura delle alghe, poi i cicli cellulari di felci ed epatiche; in un altro ancora, l’evoluzione delle piante. “Tutti questi argomenti sono, in realtà, pieni di bellezza indescrivibile” (Wonders of plant life, pagina 172). Tutto qui? Funghi e licheni, muschi e orchidee, illustrazioni delle strutture microscopiche di alghe e felci: questi sono alcuni dei temi di biologia vegetale degli articoli, corretti per il periodo, scritti e pubblicati da Herrick.  


Il desiderio di sapere: la lettera a Charles Darwin
 

Tra i suoi interessi vi furono anche la morfologia e il comportamento delle piante insettivore (o carnivore). Si tratta di piante che riescono a colonizzare ambienti poveri d’azoto e di sali minerali, integrando le carenze nutrizionali con insetti e piccoli animali. Infatti, Herrick lesse con estremo interesse il volume di Charles Darwin, pubblicato nel 1875, dal titolo Insectivorous Plants. A suo parere, la trattazione è assolutamente convincente.  

Nella sua lettera chiede se Darwin abbia mai condotto esperimenti con le piante insettivore per determinare se possano sopravvivere, come il resto della vegetazione, solo con elementi inorganici. Si tratta, in buona sostanza, di una capacità aggiuntiva della vita vegetativa o coincide forse con essa? Citando Darwin: “Sembra, perciò, che le radici servano solo ad assimilare l’acqua”. Herrick si chiede: le radici (delle piante insettivore) assorbono davvero solo acqua (perché non vi è altro da assorbire) o mancano forse della capacità dell’apparato radicale insita nelle altre piante? 

Esaminando molto attentamente porzioni di foglia di Dionæa al microscopio,  Herrick aveva avuto l’impressione che le ghiandole sessili fossero morfologicamente stomi; mettendo l’oggetto un po’ fuori fuoco sembrano esattamente gli stomi che troviamo sul retro di una foglia, gli uni e gli altri appartenenti al sistema epidermico. Così le sembrò.  

L’anno seguente, nel 1877, nella recensione dell’opera di Darwin, Herrick riporterà che l’aspetto delle ghiandole sessili viste al microscopio suggeriva fortemente la loro natura di stomi modificati. 

Darwin aveva mai studiato lo sviluppo delle ghiandole? Herrick ricorda le osservazioni di Mirbel (Charles-François Brisseau de Mirbel, botanico francese, 1776-1854) sulle gemme di Marchantia polymorpha: qualunque lato superiore sviluppa stomi e qualunque lato inferiore sviluppa pelo radicale. Nella sua monografia sull’anatomia e la fisiologia di Marchantia polymorpha, Charles François Brisseau de Mirbel, aveva evidenziato che quando si verificava la riproduzione asessuata mediante la gemmazione, i bulbilli (in botanica, gemma a forma di bulbo che cadendo sul terreno, emette radici generando un nuovo individuo) sviluppavano stomi sulla loro faccia superiore e radici sul lato rivolto verso terra. L’osservazione di Mirbel sembra confermare, per Herrick, la sua supposizione.  

Sophie conclude dicendo che se le sue domande non sono state troppo futili per meritare una risposta, gliene si dia una in poche parole; se lo sono state, o Darwin fosse occupato, le domande sono ispirate da un vero desiderio di sapere, non da futile curiosità… 


La risposta di Darwin
 

Darwin risponde dopo qualche giorno. La ragione principale che lo spinge a credere che Drosera ricavi gran parte dei nutrienti dagli insetti catturati è che essa cresce dove nessun’altra pianta potrebbe svilupparsi. Darwin prosegue dicendo di aver cominciato gli esperimenti sulla crescita comparativa delle piante sia usando gli insetti sia non usandoli. L’esperimento, purtroppo, non era proseguito a causa di un avvelenamento casuale delle piante. Darwin ipotizza che la principale differenza tra piante carnivore alimentate con insetti e non sarebbe stata nella resa produttiva in semi. In effetti queste piante possono sopravvivere senza insetti, ma la loro crescita sarà più lenta e stentata, e non sono in grado di vivere in un suolo più ricco di nutrienti e di sfruttarli a dovere. 
Darwin conclude di non aver mai osservato lo sviluppo delle ghiandole poiché era già stato fatto parzialmente dai signori Grönland (Johannes Grönland, 1824–1891, botanico tedesco) e Trécul (Auguste Adolphe Lucien Trécul, 1818–1896, botanico francese); il signor Bennett (Alfred William Bennett, 1833-1902, collezionista di piante) ha scritto l’articolo The absorptive glands of carnivorous plants” su queste ghiandole, uscito sul Monthly Microscope del gennaio 1876. Da parte sua Darwin si dice scettico circa l’ipotesi che si tratti di stomi modificati.  


Conclusioni
 

Sophie Bledsoe Herrick fu pittrice, illustratrice scientifica, autrice e editrice, scrittrice di talento e persona dai molteplici interessi. Gli argomenti dei suoi articoli e dei suoi sei libri spaziano dalla botanica alla zoologia, dalla luce al suono e alla geologia. Fu membro della American Association for the Advancement of Science (AAAS) dal 1874. Sebbene abbia frequentato ambienti accademici, non risulta avesse una laurea. Eppure, il suo approccio alla scienza, la sua meticolosa ricerca del perché degli eventi e dei fenomeni, trovano fertili basi nella frequentazione degli ambienti accademici favorite dal lavoro del padre. Fu un’osservatrice attenta dei fenomeni biologici, una comunicatrice della scienza con evidenti capacità di storytelling, aperta al confronto. Le sue pubblicazioni hanno veicolato un gran numero di informazioni a lettori giovani e adulti con uno stile fluente e interessante, in cui non sono venuti meno la complessità e il rigore scientifico. Ciò che colpisce è la sua curiosità, mai indiscreta, ma legittima: il desiderio irrequieto di sapere, la sollecitudine nell’investigare come stimolo intellettuale. Ancora una volta, la rubrica “l’evoluzione non ha genere” mette in luce la figura di una profonda conoscitrice della scienza, un’abile microscopista e ‘artista’ che ha messo a frutto i suoi talenti e ha raggiunto numerosi lettori con i suoi articoli e i suoi libri. 

 

Ringrazio la Prof.ssa Laura Orsi, PhD, anglista e docente di cultura e lingua inglese nelle scuole secondarie di secondo grado, per la preziosa collaborazione nella traduzione e interpretazione dell’epistolario tema dell’articolo. 

 

Riferimenti: