R.I.P. dinosauri, 230 milioni di anni fa – 65.95 milioni di anni fa

Il metodo di datazione argon-argon è quello più usato in geocronologia, nonostante porti con sè un errore sistematico del 2,5%. Paul Renne, del Centro Geocronologico di Berkeley, è riuscito ad abbassare questo errore fino allo 0,25%, permettendo così di datare con maggiore precisione eventi geologici come eruzioni vulcaniche, terremoti e persino l’estinzione dei dinosauri alla fine del Cretaceo. Il limite precedente era

Il metodo di datazione argon-argon è quello più usato in geocronologia, nonostante porti con sè un errore sistematico del 2,5%. Paul Renne, del Centro Geocronologico di Berkeley, è riuscito ad abbassare questo errore fino allo 0,25%, permettendo così di datare con maggiore precisione eventi geologici come eruzioni vulcaniche, terremoti e persino l’estinzione dei dinosauri alla fine del Cretaceo. Il limite precedente era stato fissato a 65,5 milioni di anni fa, con un errore di più o meno 300.000 anni. La nuova data, secondo la pubblicazione di Renne su Science, è ora 65,95 milioni di anni fa, con un errore di più o meno 40.000 anni.

Il miglioramento del metodo di datazione con isotopi dell’argon non permetterà solo di ridefinire il limite K/T, cioè quello tra Cretaceo e Terziario. Averne migliorato la precisione permetterà di mettere a confronto le datazioni con l’argon con quelle effettuate con altri metodi, come ad esempio quello ad uranio-piombo. “La tecnica argon-argon”, dice Renne, “è l’unica che si possa applicare praticamente a qualsiasi evento nella storia della Terra”.

Aumentare la precisione dei “cronometri” geologici non è di grande importanza per gli eventi più recenti, come ad esempio la nascita dei primi antenati dell’uomo in Africa 6 milioni di anni fa. In questi casi, infatti, l’errore è comunque contenuto in poche decine di migliaia di anni. “Quello che ci interessa davvero”, dice Renne, “è poter datare con maggior precisione gli eventi relativi alla nascita del sistema solare: in quei casi, infatti, anche un errore contenuto all’1% significa sbagliare di 50 milioni di anni”.

Un esempio è dato dalle datazioni relative alla formazione di meteoriti, planetesimi e pianeti del nostro sistema solare. Le passate datazioni all’argon fornivano risultati in contraddizione con gli altri metodi isotopici, suggerendo che i meteoriti si sarebbero raffreddati molto lentamente durante la formazione del sistema solare. Le nuove datazioni forniscono invece risultati opposti ai precedenti, in accordo con quelli delle altre tecniche e con la teoria secondo cui i meteoriti si sarebbero raffreddati molto velocemente.

Quella effettuata dall’equipe di Renne dovrebbe essere l’ultima grande revisione del metodo, almeno secondo gli autori del lavoro. “Il massimo che ci possiamo aspettare in futuro saranno miglioramenti in termini di poche frazioni di punto percentuale”.

Gabriele Ferrari

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons