Recensione scientifica di “Alien”

Alien è un film del 1979 diretto da Ridley Scott, diventato un punto di riferimento per il cinema fantascientifico. Ma da dal punto di vista scientifico, questo film è fondato? Proviamo insieme ad analizzare alcune caratteristiche della creatura per approfondire alcuni aspetti della biologia, dell’evoluzione e della esobiologia

Alien è un film del 1979 diretto da Ridley Scott, diventato un punto di riferimento per il cinema fantascientifico e in parte anche per il cinema horror. Racconta l’incontro tra la ciurma della nave spaziale Nostromo e una creatura aliena. Il film riesce a tenere lo spettatore in tensione per tutta la durata e fa nascere in lui mille domande sullo spazio e su cosa potrebbe aspettarci lì fuori. Ma da dal punto di vista scientifico, questo film può avere teorie fondate? Proviamo insieme ad analizzare alcune caratteristiche della creatura per approfondire alcuni aspetti della biologia, dell’evoluzione e della esobiologia.

E’ un animale? Un insetto?

Uno zoologo, trovandosi davanti ad una creatura come lo Xenomorfo (è così chiamato lo stadio adulto dell’alieno dei vari film della saga) potrebbe classificarlo? Intuitivamente la risposta è no: tutte le forme di vita che conosciamo non solo vivono su un solo pianeta, ma sono tutte imparentate le une con le altre. Quando guardiamo un animale appena scoperto, ciò che facciamo è cercare di identificare le caratteristiche che ci aiutano ad accomunarlo a specie che già conosciamo, sia che siano analisi di tipo morfologico, sia guardando il DNA con inferenze filogenetiche.

Per una specie aliena, a patto che non sia in alcun modo imparentato con le specie della terra, difficilmente avrebbe senso provare ad identificarlo. Ma mettiamo caso che il nostro zoologo, non sapendo che questa è una specie aliena, provi subito a classificarla con i parametri che usiamo di solito: si accorgerebbe che molte caratteristiche, in realtà, sono veramente simili a molti animali esistenti.

In primo luogo, l’alieno ha una struttura tipica di tutti i bilateri, cioè ha ha due lati e un’organizzazione antero-posteriore, con un capo in cui sono disposti tutti gli organi di senso. Questa caratteristica è largamente diffusa nel nostro pianeta (o per lo meno nella maggior parte degli animali che hanno una vita libera). 

Due tratti peculiari, però, ci farebbero subito sospettare che si tratti di un artropode: le appendici articolate e la presenza di un esoscheletro: questo, effettivamente, non sorprenderebbe uno zoologo, poiché gli artropodi sono il phylum con il maggior numero di specie e con milioni di specie ancora da scoprire. Si potrebbe dunque classificarlo con i crostacei, gli esapodi (volgarmente insetti) o qualche gruppo di aracnide, a ben vedere potrebbe assomigliare vagamente ad uno scorpione. Tuttavia, le dimensioni dovrebbero farci desistere poiché, in base a ciò che sappiamo oggi, le strutture respiratorie degli artropodi terrestri sarebbero troppo poco efficienti per animali così grandi e date le attuali concentrazioni di ossigeno, non potrebbero superare una decina di centimetri.

In verità, lo Xenomorfo di Alien è ispirato ad una animale realmente esistente: la Phronima sedentaria, che effettivamente è un crostaceo e quindi un artropode. Questo crostaceo anfipode è un animale pelagico, ovvero che vive nel mare, predatore di vari altri invertebrati marini. La caratteristica peculiare di questa specie è che le femmine tendono a predare tunicati, di cui però mantengono intatta la tunica, la quale diventa la loro casa dove trovano difesa e depongono le uova (qui un video). Non è un caso che questa specie sia stata usata come punto di riferimento per lo xenomorfo.

Parassiti dallo spazio?

Lo Xenomorfo è una creatura spaventosa che si sviluppa dentro al corpo degli esseri umani, nutrendosene per crescere. Purtroppo però, questo è uno dei passaggi che rende meno concreti i presupposti del film.

L’idea che un essere proveniente da un altro mondo possa in qualche modo nutrirsi di esseri umani non ha senso. Innanzitutto potrebbe non aver bisogno di alcuni elementi di cui noi siamo composti e, verosimilmente, saremmo tossici per lui. Anche ammesso che sia costituito da molecole simili alle nostre (proteine, lipidi, polisaccaridi, ecc.) è pressoché impossibile che possa digerire o che abbia bisogno delle nostre esatte molecole. Facciamo un esempio: ci sono milioni amminoacidi possibili, eppure le nostre proteine sono composte solo da una ventina; lo Xenomorfo non solo potrebbe essere composto da sostanze non proteiche e che non hanno a che fare con gli amminoacidi, ma se anche lo fosse, la probabilità che riesca ad utilizzare proprio quei 20 amminoacidi sarebbe infinitesima.

L’idea del virus o del parassita che alberghi da qualche parte nascosto negli angoli più disparati del nostro pianeta e dell’universo è purtroppo un’immagine alterata che noi abbiamo dei vari patogeni. Dal punto di vista biologico, qualsiasi parassita o microbo non va inteso come un’entità a sé, ma va considerato sempre come un sistema unico che co-evolve assieme al suo ospitante. Per un virus o un parassita, entrare in un essere vivente non è per niente facile, poiché esso deve riuscire a provare moltissime strategie per bypassare il comportamento e le difese dell’ospitante. L’idea che lì fuori nello spazio ci possa essere qualcosa che sia riuscito a pre-adattarsi per infettare un essere umano è insensata. Non a caso, la quasi totalità delle malattie infettive deriva da patogeni di altri animali, di solito vertebrati, simili a scimmie, maiali, pipistrelli, volatili ecc. Questo perché la maggior parte dei patogeni deve già saper superare il sistema immunitario dei vertebrati, che è molto complesso.

E’ un parassita o un predatore?

In tutti i film riguardanti la serie di Alien, lo Xenomorfo fa crescere i propri piccoli all’interno del corpo dell’ospite finché ad un certo punto un nuovo individuo esce dall’ospite, uccidendolo. Sembra una cosa assurda, giusto? E se vi dicessi che è uno dei più diffusi tipi di strategie predatorie sulla terra?

Prima di tutto diamo un nome a questo tipo di strategia: è una via di mezzo fra il parassitismo e la predazione. E’ simile al parassita per il fatto che lentamente si nutre dell’ospite, ma è anche simile ad un predatore per il fatto che alla fine uccide la sua preda. Il termine tecnico è parassitoidismo. I parassitoidi sono animali che hanno una vita libera, a differenza dei parassiti, ma che depongono le uova all’interno di altri organismi. Di solito si tratta di imenotteri, che sono molto imparentate con le comuni vespe e che depongono le proprie uova dentro a ragni e insetti oppure all’interno delle uova e delle larve di essi.

Il ruolo ecologico dei parassitoidi è essenziale in natura, dato che costituisce uno dei principali fattori di controllo demografico in molte specie di insetti. Inoltre, lo studio dei parassitoidi sta evidenziando che ancora una volta stiamo sottostimando il numero di specie nel nostro pianeta. Questo perché ci stiamo rendendo conto che sembra esserci almeno una specie di parassitoide per ogni specie di coleotteri e altri insetti; ciò potrebbe tendenzialmente arrivare a raddoppiare il numero di specie stimate, dato che gli insetti (e tra questi soprattutto i coleotteri) sono i gruppi più numerosi nel nostro pianeta.

Sono stati scoperti addirittura superparassitoidi in grado di parassitare le larve di parassitoidi che stanno parassitando altri insetti.


Ricapitolando, lo xenomorfo sarebbe quindi un parassitoide, simile ad un artropode, proveniente da un altro pianeta in grado di parassitare la nostra specie. Nel complesso, dal punto di vista biologico questo è praticamente impossibile, eppure ciò non toglie che Alien rimanga uno tra i film che hanno segnato la storia del cinema degli ultimi decenni, un film che ha influenzato e continua ad influenzare l’immaginario collettivo e che per noi è stato un pretesto per approfondire alcuni fatti biologici.