Rettifica: l’evoluzione è cambiamento!

Forse sarebbe il caso di riprendere in mano i testi base di biologia, o anche solo il glossario delle definizioni. Eh già, perché evoluzione = cambiamento. Punto. La comparsa di nuovi caratteri non è infatti prerogativa dell’evoluzione (da qui la teoria neutrale dell’evoluzione di Motoo Kimura) e solo se questi offrono un qualche vantaggio selettivo, si tratta di un adattamento.

Forse sarebbe il caso di riprendere in mano i testi base di biologia, o anche solo il glossario delle definizioni. Eh già, perché evoluzione = cambiamento. Punto. La comparsa di nuovi caratteri non è infatti prerogativa dell’evoluzione (da qui la teoria neutrale dell’evoluzione di Motoo Kimura) e solo se questi offrono un qualche vantaggio selettivo, si tratta di un adattamento.

Ricordate: se la frequenza di alcuni geni nella popolazione varia, indipendentemente dalla sua espressione nel fenotipo (ovvero della loro traduzione in proteine), si ha evoluzione. Il cambiamento è infatti studiabile a più livelli.
Detto ciò, non si comprende davvero tutta la fanfara sollevata dal blog dell’ “amico” di Pikaia, Enzo Pennetta – a cui rispondiamo con una rettifica: proprio perché “L’evoluzione umana continua” non è affatto una clamorosa notizia, bensì una conferma delle ipotesi formulate da scienziati in tutto il mondo.

Infatti, là fuori nella realtà (e non nelle ideologie) è molto più probabile che l’evoluzione avvenga piuttosto che non avvenga: per una popolazione di organismi qualsiasi, la condizione nota come equilibrio di Hardy-Weinberg è l’unico caso in cui questa popolazione non presenterebbe evoluzione. Ciò si verificherebbe quando in una popolazione la frequenza degli alleli e dei genotipi fosse perfettamente all’equilibrio. Ma la presenza di fattori di disturbo, quali mutazioni, crossover cromosomico, deriva genetica e selezione naturale o sessuale che sia, manda all’aria questo equilibrio – squisitamente teorico.

E guarda un po’, siccome questa “ipotesi zero” sulle popolazioni non è mai verificata nella realtà, l’evoluzione, nel senso biologico dato sopra, avviene sempre e comunque. Che poi sia adattativa o meno, è tutt’altra faccenda. Che poi sia quella che hanno in mente i filo-creazionisti o certi sparuti antidarwinisti (che sostengono le stesse tesi) è tutt’altra faccenda. In ogni caso, separare “selezione” da “evoluzione” è un colossale errore.

Possibile che non si conoscano le basi dell’evoluzione biologica? Sono basi che costerebbero il debito formativo a uno studente di liceo! Ma forse sta proprio qui la notizia: che questi incredibili fraintendimenti di conoscenze scientifiche acquisite da decenni siano diffusi da chi si definisce un insegnante di scienze naturali. Che cosa ne pensa il Preside?
 
Giorgio Tarditi Spagnoli