Riflessioni sull’Ig Nobel

Come ogni anno verso la fine di settembre, presso il Sanders Theatre dell’Università di Harvard, si è tenuta la cerimonia dei premi Ig Nobel (video della cerimonia), sponsorizzati dalla rivista scientifica-umoristica Annals of Improbable Research (AIR). L’idea è nata nel 1991 per premiare quelle ricerche che, secondo lo spirito originario della manifestazione, dovrebbero “prima far ridere e poi far pensare”.

Come ogni anno verso la fine di settembre, presso il Sanders Theatre dell’Università di Harvard, si è tenuta la cerimonia dei premi Ig Nobel (video della cerimonia), sponsorizzati dalla rivista scientifica-umoristica Annals of Improbable Research (AIR). L’idea è nata nel 1991 per premiare quelle ricerche che, secondo lo spirito originario della manifestazione, dovrebbero “prima far ridere e poi far pensare”.

Ogni anno, però, la manifestazione si trasforma in una burla, soprattutto per come la stampa e i canali di informazione trattano la notizia, e in particolare in Italia: e così gli scienziati diventano dei pazzi che perdono tempo e sprecano un sacco di denaro pubblico (una interessante riflessione si trova sul blog di Amedeo Balbi sul sito de Il Post). E questo, mi duole dirlo, non solo da parte dei quotidiani generici, ma commenti in tono esageratamente sarcastico li si trova anche su testate scientifiche (Galileo, Focus). C’è poi chi, ma non è una novità, da queste ricerche trae le sue conclusioni sulla scienza in generale: se è possibile dimostrare che “Piegandosi a sinistra la Torre Eiffel sembra più piccola”, allora è possibile dimostrare qualunque assunto.

Certamente alcune ricerche potranno far sorridere, ma questo è proprio lo scopo dei premi, ma non possiamo dimenticare l’indiscusso valore scientifico delle possibili conseguenze di alcune di queste scoperte (sul blog Biozologica alcune riflessioni al riguardo) e degli scienziati che le hanno condotte. L’esempio più eclatante è quello del fisico russo Andre Geim che vinse un Ig Nobel nel 2000 per aver dimostrato di saper far levitare le rane: solo 10 anni dopo, lo stesso scienziato pazzo e perditempo ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisica grazie ai suoi esperimenti sul grafene.

Chiudo con le parole che hanno accompagnato la nascita di questo insolito premio: “i premi hanno l’intento di celebrare l’insolito, onorare l’immaginativo, e incentivare l’interesse delle persone per la scienza, la medicina e la tecnologia.” Senza l’immaginazione cosa sarebbe uno scienziato?

Andrea Romano