Scimpanzè culturali

Interessante scoperta giunge dalle foreste pluviali africane che riguarda la specie che più di ogni altra è a noi imparentata: lo scimpanzè (Pan troglodytes). Popolazioni adiacenti di questo primate hanno infatti diverse tecniche per riuscire ad aprire il guscio coriaceo delle noci di cui si nutrono, indicando l’esistenza di ‘differenze culturali’ tra gruppi diversi. Un gruppo di ricercatori del Max

Interessante scoperta giunge dalle foreste pluviali africane che riguarda la specie che più di ogni altra è a noi imparentata: lo scimpanzè (Pan troglodytes). Popolazioni adiacenti di questo primate hanno infatti diverse tecniche per riuscire ad aprire il guscio coriaceo delle noci di cui si nutrono, indicando l’esistenza di ‘differenze culturali’ tra gruppi diversi.

Un gruppo di ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia ha osservato il comportamento di tre popolazioni naturali di questa scimmia antropomorfa in Costa d’Avorio, focalizzandosi in particolare sulle modalità di apertura delle noci del genere Coula, di cui sono ghiotte: in generale, gli scimpanzè posizionano le noci su grosse radici e selezionano ‘strumenti’ di pietra, che vengono poi usati come martelli per frantumarne il guscio e accedere al loro contenuto. I primatologi hanno però notato importanti differenze tra le tre popolazioni studiate: due di esse, infatti, nella stagione secca, quando i gusci diventano più secchi e più facilmente frantumabili, sono solite servirsi anche di martelli di legno, più comuni nell’ambiente (e meno efficaci quando i gusci sono particolarmente duri). La terza, invece, continua ad utilizzare strumenti di pietra. Inoltre, le prime due selezionano martelli di grandezza differente in base alla dimensione e alla frantumabilità delle noci, aspetto non documentato nella terza.

Queste differenze, spiegano i ricercatori, devono considerarsi esclusivamente di carattere culturale, in quanto le popolazioni vivono in aree strettamente contigue all’interno del Taï National Park e difficilmente questo comportamento è spiegabile sulla base delle differenze ecologiche degli areali che esse occupano (la diversa durezza delle noci e/o la diversa abbondanza di pietre da utilizzare come martelli). Inoltre, l’elevata dispersione delle femmine una volta raggiunta la maturità sessuale mantiene un ampio flusso genico tra le popolazioni, riducendo fortemente anche la variabilità genetica tra esse.

Lo studio della variabilità culturale ad un livello così fine è utile per comprendere l’origine di alcuni comportamenti, molti dei quali potrebbero aver avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della nostra specie

Andrea Romano

Riferimenti:
Lydia V. Luncz, Roger Mundry, Christophe Boesch. Evidence for Cultural Differences between Neighboring Chimpanzee Communities. Current Biology, 2012; DOI: 10.1016/j.cub.2012.03.031

Immagine:
Credit: © MPI f.Evolutionary Anthropology/Sonja Metzger