Scoperti in Perù i fossili di una nuova specie di primati di origine africana

All’incirca 34 milioni di anni fa, a cavallo tra i due periodi geologici dell’Eocene e Oligocene, un’ attraversata dell’Oceano Atlantico permise a più gruppi di scimmie africane di giungere sulle coste del Sud America

La dinamica dell’impresa è stata ricostruita partendo dal ritrovamento totale di quattro fossili dentali nei pressi di Ucayali, zona della foresta amazzonica in territorio peruviano. Due dei quattro reperti sono stati rinvenuti nel 2015 da parte di ricercatori argentini (Pikaia ne ha parlato qui), e gli altri due l’anno successivo da parte di un altro team di studiosi. Oltre ad appartenere alla stessa specie, sono stati questi ultimi due denti ritrovati nel 2016 a consentire ad Erik Seiffert, il primo autore dello studio e professore di scienze anatomiche cliniche integrative alla Keck School of Medicine di USC, non solo di confermare l’origine africana di Ucayalipithecus perdita, denominazione scientifica di questa specie sudamericana, ma anche di ricostruirne la probabile storia della sua migrazione.

Seiffert, consultato inizialmente per contribuire alla descrizione dei primi due fossili aveva fin da subito notato la somiglianza dei due molari superiori di U. perdita con la dentatura appartenuta al genere Parapithecus estintosi 32 milioni di anni fa e appartenente alla famiglia dei Parapithecoidea vissuti in Africa settentrionale nella zona dove oggi si trova l’Egitto (Pikaia ne ha parlato qui). Nonostante infatti la ricerca portasse ad ipotizzare la derivazione extra continentale di U. perdita in base ai primi fossili ritrovati nel 2015, ad avvalorare la tesi fu la scoperta della seconda coppia di denti avvenuta nel 2016 sempre nel medesimo sito peruviano. Si tratta del primo primate non platirrino (le scimmie platirrine sono anche note come scimmie del Nuovo Mondo) noto in Sudamerica dopo la separazione tra questo continente e l’Africa.

A corroborare inoltre l’ipotesi della migrazione afro-americana degli antenati di U. perdita, oltre all’approssimata corrispondenza tra la datazione geologica del sito fossilifero di Ucayali – tra i 34 e i 23 milioni di anni fa – e quella dell’estinzione di Parapithecus, fu il notevole abbassamento del livello del mare registrato in questo periodo. In conseguenza al progressivo accumularsi della calotta glaciale antartica infatti, la massa di acqua allo stato liquido, diminuendo, limitò notevolmente il tratto acqueo che separava i due continenti, quello africano da quello americano, facilitando notevolmente l’impresa nautica ai nostri primati. La combinazione di questi fattori portò al singolare evento della traversata oceanica delle scimmie africane. Con molta probabilità furono strappate assieme alla vegetazione della foresta costiera africana e gettate in mare durante una forte tempesta locale, “navigando” alla deriva nelle acque oceaniche aggrappate alle ramaglie galleggianti staccatesi degli alberi, che funsero a quel punto da zattera naturale e resero possibile il raggiungimento delle coste del Sud America.

Questa scoperta, pubblicata su Science, mostra che U. perdita è il terzo lignaggio di mammiferi sudamericani di origine africana del Paleogene, nonché il secondo di primati. Sino ad oggi si pensava infatti che le scimmie platirrine e i roditori caviomorfi moderni (il gruppo che include tutti gli istricognati del Nuovo Mondo, tra cui aguti e capibara) fossero le uniche linee evolutive di mammiferi che giunsero in terra americana attraversando l’Atlantico durante il tardo Paleogene dal territorio Afro-Arabico, che il quel momento si trovava a circa 1500-2000 chilometri ad est del Sud America. I fossili dei quattro denti di U. perdita mostrano invece la presenza in Sudamerica di una stirpe ben differenziata di scimmie, che, al contrario delle scimmie platirrine che si sono considerevolmente diffuse e diversificate, non ha portato discendenti fino ai giorni nostri.

Fonte:
Erik R. Seiffert, Marcelo F. Tejedor, John G. Fleagle, Nelson M. Novo, Fanny M. Cornejo, Mariano Bond, Dorien De Vries, Kenneth E. Campbell Jr. A parapithecid stem anthropoid of African origin in the Paleogene of South America. Science, 2020 DOI: 10.1126/science.aba1135