Scuse a Darwin, cattolici divisi

Il dietrofront con annesse scuse a Charles Darwin della Chiesa Anglicana (Good religion needs good science) lascia un’importante scia anche sulla Chiesa di casa nostra, ancora però ben lontana dall’accettare la teoria dell’evoluzione per selezione naturale. Di questo parla un articolo pubblicato ieri sul Corriere della Sera (“Scuse a Darwin, cattolici divisi“), in cui vengono intervistati alcuni esponenti della Chiesa

Il dietrofront con annesse scuse a Charles Darwin della Chiesa Anglicana (Good religion needs good science) lascia un’importante scia anche sulla Chiesa di casa nostra, ancora però ben lontana dall’accettare la teoria dell’evoluzione per selezione naturale. Di questo parla un articolo pubblicato ieri sul Corriere della Sera (“Scuse a Darwin, cattolici divisi“), in cui vengono intervistati alcuni esponenti della Chiesa Cattolica e cattolici laici, le cui opinioni si dimostrano tutt’altro che omogenee.

Qualcuno, come il teologo Vito Mancuso, si dichiara favorevole alla svolta dei colleghi d’oltre Manica, auspicando oltre all’accettazione dell’evoluzione come fatto anche la riabilitazione di Pierre Teilhard de Chardin, gesuita e paleontologo che cercò di conciliare la fede con la teoria darwiniana e che venne colpito nel 1962 da un Monitum del Santo Uffizio.

Altri, che purtroppo (e c’era da aspettarselo) sono la maggioranza, rifiutano invece l’idea di riabilitare Teilhard de Chardin e si spingono fino a negare lo status di scienza alla biologia evoluzionistica. Lo storico Roberto de Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, ad esempio ha dichiarato: “L’evoluzione è solo un’ipotesi filosofica, che non ha ancora trovato un serio supporto da parte della ricerca empirica…”. E Maurizio Blondet rincara la dose, sostenendo che la teoria dell’evoluzione viene “…tenuta in piedi dalla corporazione dei biologi, ma è smentita di continuo dalle scoperte della paleontologia e della genetica.” La penseranno così anche le migliaia di paleontologi e gentisti di tutto il mondo che ritengono che la teoria dell’evoluzione sia il fondamento delle discipline biologiche?

Immancabili anche i riferimenti ai totalitarismi, che l’idea darwiniana avrebbe fomentato. Sempre dalle dichiarazioni di Roberto de Mattei: “Infatti il comunismo nasce dalla sintesi tra Hegel e Darwin compiuta da Karl Marx, mentre il razzismo hitleriano trae le sue origini da una mescolanza tra lo stesso Darwin e Friedrich Nietzsche“. Insomma, tutte le dittature più sanguinarie dell’ultimo secolo avrebbero un solo denominatore comune: la teoria dell’evoluzione elaborata da Charles Darwin. In questi casi andrebbe forse ricordato che i libri sul darwinismo e quelli del maggiore evoluzionista tedesco, Ernst Haeckel, per i nazisti erano all’indice, e che Stalin aveva affossato la genetica russa eliminando anche fisicamente gli evoluzionisti darwinisti: l’istituto di genetica botanica di Mosca è oggi dedicato proprio a uno di questi martiri del darwinismo, Nicolaj Vavilov, per favorire invece l’ipotesi lamarckiana sostenuta da Lysenko.

Forse la decisione della Chiesa d’Inghilterra ha aperto uno spiraglio di dialogo tra i creazionisti cattolici e l’evoluzione, tuttavia l’accettazione di questa da parte della Chiesa di Roma, in questi giorni impegnata nel convegno “L’Evoluzione biologica: fatti e teorie – Una valutazione critica 150 anni dopo l’”Origine delle specie” ”,  sembra ancora piuttosto lontana. Dovremo aspettare 350 anni come per il caso Galileo?

Andrea Romano