Siamo tutti un po’ coanoflagellati

I coanoflagellati (Phylum Choanozoa, Classe Choanomonada) sono gli organismi unicellulari da sempre considerati filogeneticamente più prossimi ai metazoi, gli animali pluricellulari. Questa ipotesi è basata principalmente su alcune caratteristiche morfologiche di tali organismi, considerati molto simili ad alcune cellule tipiche delle spugne (Phylum Porifera), i coanociti. Sia gli uni che le altre sono infatti dotate di un flagello centrale circondato

I coanoflagellati (Phylum Choanozoa, Classe Choanomonada) sono gli organismi unicellulari da sempre considerati filogeneticamente più prossimi ai metazoi, gli animali pluricellulari. Questa ipotesi è basata principalmente su alcune caratteristiche morfologiche di tali organismi, considerati molto simili ad alcune cellule tipiche delle spugne (Phylum Porifera), i coanociti. Sia gli uni che le altre sono infatti dotate di un flagello centrale circondato da un collare di microvilli, struttura che non si ritrova in nessun altro gruppo animale e che viene utilizzata dalle spugne nei processi di filtrazione dell’acqua per scopi alimentari e per la riproduzione.

L’ipotesi che i coanoflagellati possano aver dato origine alle spugne è molto accreditata se si considera che questi organismi sessili hanno un’organizzazione corporea ancora molto semplice, presentando solo cellule specializzate ad adempire specifiche funzioni piuttosto che veri e propri tessuti. Un recente studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academies of Science, potrebbe aver fornito una differente tipologia di prova in favore di questa teoria: una prova di carattere molecolare.

Un gruppo di ricercatori americani e tedeschi ha infatti identificato all’interno del genoma recentemente sequenziato di un coanoflagellato, alcuni geni che codificano per tre proteine tipiche dei metazoi, assenti o quasi (se presenti, solo a bassissimi livelli di espressione) nei protozoi. Si tratta di molecole coinvolte nei processi di trasduzione del segnale all’interno delle cellule e utili per il passaggio di informazioni tra cellule. In particolare, sono stati rinvenuti geni che codificano per proteine tirosin chinasi (TyrK), che trasducono il segnale aggiungendo gruppi fosfato presso specifici residui di tirosina, proteine tirosin fosfatasi (PTP), che rimuovono questi gruppi fosfato, e domini proteici Src Homolgy 2 (SH2), in grado di “leggere” se il segnale è attivo o spento e quindi fondamentali per il positivo esito della comunicazione cellulare.

I ricercatori sottolineano la possibilità che queste molecole, espresse contemporaneamente, possano aver giocato un ruolo determinante nell’evoluzione dei metazoi, in quanto avrebbero favorito la comunicazione complessa tra cellule diverse, quando erano ancora organismi diversi. Sarebbero comparse per la prima volta in un antenato degli attuali coanoflagellati, probabilmente con funzioni differenti a quelle odierne e solo successivamente si sarebbero dimostrate utili e fondamentali per la comunicazione cellulare, fattore determinante per l’evoluzione della pluricellularità.

Andrea Romano

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons