Sulle orme dei primi Americani

I primi uomini sarebbero giunti nel continente americano quasi 30000 anni prima di quanto attualmente creduto.Un recente

I primi uomini sarebbero giunti nel continente americano quasi 30000 anni prima di quanto attualmente creduto.Un recente articolo di BBC News riporta i sorprendenti risultati della ricerca di un team inglese guidato da Silvia Gonzalez della Liverpool’s John Moore University: le impronte umane conservate nei depositi vulcanici presso Mexico City, scoperte nel 2003 risalirebbero a circa 38000 anni fa, secondo l’esito di lunghe e laboriose indagini di datazione compiute con varie tecniche. Cosa c’e’ di cosi’ sorprendente? C’e’ che l’ipotesi attualmente piu’ accreditata, per quanto riguarda la prima presenza dell’uomo nel continente americano, indica l’arrivo a piedi di antichi gruppi asiatici attraverso la cosiddetta Beringia, ponte di terra e ghiaccio tra Siberia ed Alaska, creatasi durante l’ultima era glaciale, circa 11000 anni fa. La Gonzalez e’ perfettamente conscia del clamore e della controversia che questa scoperta portera’ in campo archeologico, ma e’ nel contempo pronta a sostenere la battaglia scientifica che certo si sviluppera’. Va comunque precisato che i dati genetici dei quali si ha oggi conoscenza privilegiano appunto la tradizionale Teoria del Land Crossing: gli attuali Indiani d’America (i Native Americans, per meglio dire) sono geneticamente simili ad alcune popolazioni dell’Asia di Nord-Est, e si evidenzia una divergenza piuttosto recente, in buon accordo con la data di 10000-13000 anni fa. La Gonzalez e’ invece sostenitrice della Coastal Migration Theory, secondo la quale gia’ prima del periodo comunemente accettato popolazioni del Sud-Est Asiatico, o addirittura dell’Australia, avrebbero raggiunto via mare le coste occidentali del Nord America, e avrebbero poi disceso il continente, sempre mantenendosi vicine alla costa, da Nord a Sud. Secondo la geoarcheologa e’ possibile che questi primi abitatori si siano estinti senza lasciare traccia genetica nelle attuali popolazioni. Paola Nardi