The Ancestor’s Tale

Richard Dawkins

Richard Dawkins

TheAncestor’s Tale. A Pilgrimage to the Dawn of Evolution Houghton MifflinCompany, 2004 (pp. xii + 673)

E’ l’ultima opera di Richard Dawkins in ordine di tempo (e’ stata pubblicata alla fine del 2004 e non e’ ancora disponibile in italiano), ed e’ anche la piu’ monumentale: con oltre seicento pagine, The Ancestor’s Tale propone al lettore una esaustiva rassegna dei molteplici aspetti legati all’evoluzione, dalle classiche tematiche di storia della vita raccontate attraverso campi tradizionali quali la paleontologia e la zoologia, ai piu’ recenti e sofisticati sviluppi della ricerca evolutiva in microbiologia, genetica e biologia molecolare. Dawkins dedica la sua ultima fatica ad una figura fondamentale dell’evoluzionismo, quel John Maynard Smith, purtroppo recentemente scomparso, che con il suo lavoro di ricerca e le sue intuizioni ha ispirato generazioni di biologi. Il sottotitolo svela la trama dell’opera: si tratta di un pellegrinaggio verso l’alba dell’evoluzione, un viaggio a ritroso nel tempo durante il quale all’uomo si uniscono via via tutti gli esseri viventi. In particolare vengono individuati quaranta speciali Rendez-vous temporali, ad ognuno dei quali l’uomo incontra i suoi cosiddetti coantenati, progenitori sempre piu’ antichi che legano Homo sapiens sapiens ad altre specie di primati, mammiferi, vertebrati e cosi’ via. Tra la moltitudine di esseri viventi che si uniscono ad ogni Rendez-vous ve ne sono alcuni che offrono lo spunto per raccontare un particolare aspetto delle Scienze Evoluzionistiche, quello che piu’ e meglio li rappresenta. La fine del viaggio si perde nella notte dei tempi, quasi quattro miliardi di anni fa: la meta e’ l’origine della vita e quel primo essere vivente dal quale ogni forma di vita, oggi estinta, sopravvissuta o evoluta, si e’ sviluppata. La struttura letteraria dell’opera, cosi’ come il suo titolo, e’ liberamente ispirata alle Canterbury Tales di Chaucer, una novella trecentesca che parla di racconti di pellegrini diretti alla famosa cattedrale inglese. La scelta della narrazione a ritroso ha per Dawkins un particolare significato: percorrere l’albero filogenetico della vita da una delle sue diramazioni piu’ periferiche -cioe’ noi- fino alla sua centrale origine monocellulare rende efficacemente, piu’ di ogni altra immagine, l’idea dell’unitarieta’ della vita, un fatto che oggi viene piu’ che mai confermato dalle quasi quotidiane scoperte in campo genomico e biochimico. Ma Dawkins ha in serbo una sorpresa finale, che si svela a sole due pagine dalla fine del libro e che si ricollega efficacemente alla piu’importante tesi da egli sostenuta in campo evolutivo, cosi’ brillantemente esposta ne Il gene egoista. La traduzione letterale del titolo e’ Il racconto dell’antenato: si parla di un solo antenato….. Di quale in particolare? Del DNA, ovviamente! E l’immagine in copertina, una doppia elica in fase di trascrizione legata al nome dell’autore, doveva farlo sospettare fin dal principio……

Questa breve recensione dell’opera puo’ essere sufficiente per coloro che desiderano cimentarsi nella lettura senza l’ausilio di ulteriori dettagli. La mia intenzione e’ di proseguire con altre segnalazioni su The Ancestor’s Tale, cosi’ da costruire una sorta di “recensione a puntate”, analizzando cioe’ il contenuto molto vasto del libro dopo averlo suddiviso in sei sezioni, corrispondenti ai gruppi di Rendez-vous piu’ significativi (primati, mammiferi, vertebrati/cordati, animali, eucarioti, procarioti). Arrivederci alla prossima puntata!!

Paola Nardi