The genius of Charles Darwin: Episodio 3

All’inizio di questa settimana è andata in onda la terza puntata del documentario “The genius of Chalres Darwin” ideato e realizzato da Richard Dawkins per Channel 4. La puntata è stata dedicata al rapporto tra evoluzione e religione e alla reazione (che si trasforma anche in ira ed insulti) di chi vede nell’evoluzione una minaccia alle proprie credenze religiose. Charles Darwin

All’inizio di questa settimana è andata in onda la terza puntata del documentario “The genius of Chalres Darwin” ideato e realizzato da Richard Dawkins per Channel 4. La puntata è stata dedicata al rapporto tra evoluzione e religione e alla reazione (che si trasforma anche in ira ed insulti) di chi vede nell’evoluzione una minaccia alle proprie credenze religiose.

Charles Darwin era perfettamente conscio di quanto la religione pervadesse la vita delle persone e delle difficoltà ad abbandonarla anche a fronte di proposte alternative. Nella sua Autobiografia Darwin scrive: “Né si deve trascurare la probabilità che l’inculcare una fede religiosa nei bambini produca un effetto così forte, e forse ereditario, sulle loro menti ancora non completamente sviluppate, da rendere loro difficile liberarsi dalla fede in Dio, così come è difficile per una scimmia liberarsi dalla paura e dall’odio che nutre istintivamente per il serpente”.

La stessa moglie di Darwin, Emma Darwin, gli ricordava le “tremende conseguenze” che il suo lavoro avrebbe avuto sulla vita delle persone (e sulla sua anima!): “Credo che tu abbia già pensato a queste ragioni, ma voglio ugualmente scrivere ciò che agita la mia mente, con la fiducia che il mio diletto vorrà ascoltarmi […] Può darsi che l’abito mentale proprio della ricerca scientifica, che impone di non credere ad alcun fatto finche non si provato, abbia influenzato tropo la tua mente anche nei riguardi di altre cose, che non possono essere dimostrate nello stesso modo e che – se sono vere – sono probabilmente al di sopra delle nostre possibilità di comprensione. Temo che respingendo la rivelazione, la quale non esiste nell’altro campo, si corra il pericolo di dimostrarsi ingrati gettando via quello che è stato dato come beneficio individuale e di tutta l’umanità“. Pur consapevole del dolore arrecato alla moglie, Darwin non si allontanò mai dalla teoria dell’evoluzione, affascinato sempre più dal fatto che una sola teoria scientifica permettesse di spiegare tutto ciò che ci circonda.

Dopo aver descritto il rapporto di Darwin con la religione, Dawkins descrive gli attacchi di cui oggi è oggetto la teoria dell’evoluzione, mostrando come in molti casi la strategia di creazionisti e sostenitori dell’intelligent design si basi non sulla ricerca di prove a sostegno della creazione (che d’altronde non esistono essendo la religione basata su un atto di fede), ma sull’argumentum ad ignorantiam ovvero la mancanza di prove a supporto di un punto di vista è usato come prova a sostegno del punto di vista di qualcun altro. In base a questa strategia, quindi, l’assunto chiave è il seguente: la scienza non può spiegarlo, quindi è opera di Dio! Peccato che la ricerca scientifica non funzioni in questo modo, ma per sostenere teorie alternative all’evoluzione servano dati, osservazioni e prove. Le lacune della biologia evoluzionistica ci dicono solamente che dobbiamo lavorare sodo per colmarle, non che non sono colmabili e tanto meno non ci dicono che tutta la teoria dell’evoluzione è da buttare nel cestino!

Non sempre però le critiche alla teoria dell’evoluzione sono pacate, anzi spesso l’evoluzione diventa la causa dei mali nel mondo e gli attacchi alla biologia evoluzionistica e a chi la sostiene si fanno più duri: “Brucia all’inferno”, “Ucciditi”, “Ti auguro di morire lentamente” sono, ad esempio, alcuni messaggi spediti a Dawkins da caritatevoli credenti.

Insegnare l’evoluzione significa insegnare ai ragazzi a guardare ai dati ed alle osservazioni scientifiche: insegnare loro a credere nelle scritture permette ai ragazzi un corretto approccio alla scienza? Il problema non è questo ribattono alcuni negli Stati Uniti perchè l’evoluzione stessa non è provata e quindi non deve essere insegnata come se lo fosse! Confesso che sentire l’intervista a Wendy Wright dell’associazione evangelica “Concerned Women for America” ha messo a dura prova la mia pazienza, perchè è evidente che chi sostiene questa posizione non ha la minima idea di cosa la biologia evoluzionistica abbia prodotto negli ultimi 150 anni.

Confesso però che la cosa che mi ha più lasciato sgomento è stato sentire un docente inglese di scienze dire che siccome Dio è infallibile, mentre gli uomini (e quindi gli scienziati) possono sbagliare, allora nel dubbio è meglio scegliere Dio. Ma la scienza non si dovrebbe basare sulla ragione e sulla ricerca di evidenze? Un altro aspetto che colpisce è il timore che alcuni dei docenti intervistati hanno mostrato nel dire che le religioni non si basano su evidenze scientifiche e che questo differenzia la scienza dalla religione.

L’ultimo aspetto che Dawkins affronta è legato ai concetti di meraviglia e consolazione ovvero il mondo dopo Darwin per alcuni è privo di meraviglia (perchè tutto è frutto della lotta per la sopravvivenza) ed  di consolazione, perchè dopo la morte non vi è nulla. Come trovare quindi consolazione in un mondo senza Dio? Dove trovare la meraviglia? Quest’ultima domanda mi ha fatto ricordare un brano di John Keats dal titolo Lamia in cui si rimproverava alla scienza questa colpa: togliere i sogni e la meraviglia.

There was an awful rainbow once in heaven:
We know her woof, her texture; she is given
In the dull catalogue of common things.
Philosophy will clip an Angel’s wings,
Conquer all mysteries by rule and line,
empty the haunted air, and gnomed mine— 
Unweave a rainbow, as it erewhile made
The tender-person’d Lamia melt into a shade
“.

Ma non genera meraviglia scoprire che tutto ciò che ci circonda si è evoluto senza alcun creatore e senza alcun progetto?

Mauro Mandrioli

 

Mi sgomenta, se lei ha ragione dovrò rinunciare a molte delle cose in cui ho creduto
Charles Kingsley, scrittore e teologo, lettera a C. Darwin, 1859.

 

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Seconda parte:

 

Terza parte:

 

Quarta parte:

 

Quinta (ed ultima) parte: