Tonti al mattino, geni alla sera

E’ cio’ che Terry L. Page, biologo della Vanderbilt University, presenta nel suo ultimo lavoro, pubblicato online in questi giorni su PNAS. Page ha rilevato drammatiche variazioni nella capacita’ di apprendimento di questo (non troppo simpatico…) insetto, in particolare nei rappresentanti della specie Leucophaea maderae, gia’ protagonisti di numerosi studi di fisiologia e endocrinologia. Page e’ particolarmente interessato allo studio

E’ cio’ che Terry L. Page, biologo della Vanderbilt University, presenta nel suo ultimo lavoro, pubblicato online in questi giorni su PNAS. Page ha rilevato drammatiche variazioni nella capacita’ di apprendimento di questo (non troppo simpatico…) insetto, in particolare nei rappresentanti della specie Leucophaea maderae, gia’ protagonisti di numerosi studi di fisiologia e endocrinologia.

Page e’ particolarmente interessato allo studio della modulazione delle capacita’ mnemoniche e di apprendimento da parte dei cosiddetti orologi biologici, e ha gia’ condotto studi su uomini e roditori: ha scoperto, ad esempio, che il jet-lag, gia’ tanto fastidioso per noi umani, provoca amnesia retrograda (perdita della memoria di eventi occorsi prima del trauma) ai ratti. Tuttavia lo studio sugli scarafaggi mostra effetti davvero sorprendenti e drammatici. Page ha addestrato alcuni individui di L. maderae a ricordare nelle varie ore della giornata l’associazione tra l’aroma di menta piperita, a loro non proprio gradito, e l’acqua zuccherata, facendo in modo che questo risultasse a loro preferito rispetto all’aroma di vaniglia, che solitamente incontra il loro favore, in questo caso associato ad una soluzione salina: ebbene, il biologo ha scoperto che al mattino, nel periodo di minore attivita’, gli scarafaggi sono pressoche’ incapaci di strutturare alcuna forma di memoria, mentre nelle ore serali e notturne essi sono in grado di ricordare molto bene l’associazione proposta.

E’ la prima volta che viene indagata l’influenza dei ritmi circadiani sul senso dell’olfatto, mentre analoghi studi precedenti si erano sempre concentrati sul senso della vista dei vari modelli animali: questo studio dimostra appunto che i ritmi circadiani non influenzano soltanto quest’ultimo. Secondo Page, il prossimo passo consistera’ nel fare luce sulle basi molecolari che conducono al fenomeno osservato.

Paola Nardi

Nell’immagine, dell’Universita’ del Massacchusetts, vediamo L. maderae (femmina, maschio e larva sulla moneta da 1 penny)