Un nuovo Out of Africa

Gli uomini moderni si originarono in Africa: su questo punto quasi tutti i paleoantropologi sono concordi. Per quanto concerne, invece, le rotte migratorie mediante cui i nostri antenati fuoriscirono dal continente africano c’è molta più incertezza. Nel corso degli anni le ipotesi si sono susseguite, da autori che propongono una rotta lungo le coste dell’Africa (qui) ad altri che sostengono

Gli uomini moderni si originarono in Africa: su questo punto quasi tutti i paleoantropologi sono concordi. Per quanto concerne, invece, le rotte migratorie mediante cui i nostri antenati fuoriscirono dal continente africano c’è molta più incertezza. Nel corso degli anni le ipotesi si sono susseguite, da autori che propongono una rotta lungo le coste dell’Africa (qui) ad altri che sostengono l’ipotesi della migrazione lungo il corso del Nilo (qui) fino a studi che suggeriscono l’utilizzo di un corridoio umido attraverso il Sahara (Pikaia ne ha parlato qui).

Nessuna di queste ipotesi, comunque, ha ottenuto i pieni favori della comunità scientifica, tanto che oggi, sulle pagine di Science, un gruppo internazionale di ricercatori propone una nuova visione dell’Out of Africa: l’uomo sarebbe approdato in Eurasia passando direttamente dal Corno d’Africa alla Penisola Araba. La nuova ipotesi si basa sul ritrovamento di numerosi utensili, tra cui amigdale e bifacciali (pietre scheggiate con funzione di taglio), nel sito di Jebel Faya, negli Emirati Arabi Uniti, datati oltre 100.000 anni fa. Questi reperti retrodatano l’arrivo della nostra specie nella Penisola Araba di alcune decine di migliaia di anni, dimostrando la presenza umana in quei territori già a partire dall’ultimo periodo interglaciale.

Dal momento che per aggirare l’intero Mar Rosso e giungere nella regione sud-orientale della Penisola Araba (dove si trova il sito di Jebel Faya) le popolazioni umane avrebbero dovuto impighegare alcune decine di migliaia di anni (e non ci sono testimonianze del passaggio umano in Medio Oriente antecedenti), sembra più probabile, sostengono i ricercatori, una via più diretta, attraverso Stretto di Bab al-Mandab che divide l’Africa dall’Arabia. L’attraversamento di questo breve tratto di mare sarebbe stato facilitato dall’abbassamento del livello delle acque durante le epoche glaciali. Questo implicherebbe che l’uscita dell’uomo anatomicamente moderno dal contiente africano sia avvenuto alcune decine di migliaia di anni prima di quanto ritenuto finora (intorno a 60-70.000 anni fa).

Una volta approdati nei nuovi territori, i nostri antenati non avrebbero trovato un ambiente arido e inospitale: al contrario, lo studio suggerisce che tra 135 e 120.000 anni fa e tra 82 e 78.000 anni fa, la Penisola Araba attraversò una fase caratterizzata da abbondanti precipitazioni, che favorirono gli insediamenti umani e il successivo spostamento verso la Mezzaluna fertile.

Ovviamente la notizia è importante, ma dovrà essere confermata da futuri studi che dimostrino che non ci troviamo davanti ad un episodio migratorio del tutto secondario, destinato ad estinguersi in poche migliaia di anni.

Andrea Romano

Riferimenti:
Simon J. Armitage, Sabah A. Jasim, Anthony E. Marks, Adrian G. Parker, Vitaly I. Usik, and Hans-Peter Uerpmann. The Southern Route “Out of Africa”: Evidence for an Early Expansion of Modern Humans into Arabia. Science, 28 January 2011: 453-456. DOI: 10.1126/science.1199113

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