Un piccolo uccello-topo per una grande conferma

Il ritrovamento di un piccolo uccello fossile del Paleocene inferiore si rivela di fondamentale importanza per comprendere l’evoluzione dei neorniti soravvissuti all’estinzione di massa tra Mesozoico e Cenozoico

Importante scoperta paleontologica che riguarda il ritrovamento di una nuova specie di uccello estinto, dissotterrata in New Mexico nei territori un tempo occupati dagli indiani Navajo. Si tratta di Tsidiiyazhi abini, vissuta intorno a 62 milioni di anni fa, poco dopo l’estinzione di 65 milioni di anni fa che, a fine Cretaceo, provocò la scomparsa di circa il 70% delle forme di vita, tra cui i dinosauri.

Uno studio pubblicato su PNAS descrive lo scheletro parziale di un Coliiformes, ordine di uccelli oggi ancora esistente e ristretto all’Africa sub-sahariana, ma che durante il Paleogene era diffuso anche in Europa e Nord America. L’esemplare si è rivelato il più antico uccello neoaviano arboricolo vivente.

Delle dimensioni di un passero, i Coliiformes sono detti “uccelli-topo” (mousebirds) per il loro aspetto ed il particolare comportamento: possiedono piume filiformi color grigio-brunastro, una cresta sul capo, sono gregari e si arrampicano lungo i rami della vegetazione avvantaggiati da semizygodattilia (la capacità di ruotare all’indietro il quarto dito della zampa per una presa ottimale). Caratteristiche che solitamente associamo ai piccoli roditori.

T. abini possedeva caratteri derivati tipici degli uccelli moderni già pochi milioni di anni dopo il drammatico evento di fine Cretaceo; costituisce così la prova di una rapida radiazione adattativa degli uccelli terrestri, simile a quella che si verificò per i mammiferi placentati e le rane (Anura). Probabilmente l’espansione e diversificazione delle angiosperme nel Paleocene ha giocato un ruolo in questa radiazione adattativa importante poiché ha fornito un habitat arboricolo ospitale ed una grande e varia disponibilità di cibo (frutti, semi, insetti). Una rapida diversificazione deve essere avvenuta anche per gli uccelli acquatici, come testimonia il ritrovamento del fossile di pinguino risalente a 61 milioni di anni fa in Nuova Zelanda, anch’esso con caratteri tipici delle specie oggi viventi.

Una radiazione evolutiva di tipo esplosivo, stimata in soli 4 milioni di anni e favorita dalle nicchie ecologiche resesi disponibili a causa dell’estinzione di massa ha contraddistinto l’inizio del Paleocene. In questo breve lasso di tempo hanno avuto origine non solo i diversi caratteri morfologici dei principali taxa neoaviani ma anche le loro specializzazioni, ecologiche e correlate alla dieta.

 

Riferimenti:
T. Ksepka, T. A. Stidham, and T. E. Williamson Early Paleocene landbird supports rapid phylogenetic and morphological diversification of crown birds after the K–Pg mass extinction PNAS 2017; doi:10.1073/pnas.1700188114

Immagine: Urocolius macrourus by Doug Janson-Own work [CC BY-SA 3.0] via Wikimedia commons.