Un plesiosauro antico (e quasi perfetto)

È uno dei fossili di plesiosauro più antichi e completi, scoperto nel 1994 in una miniera dalle parti di Fort McMurray, in Canada. Recentemente, i suoi descrittori Patrick Druckenmiller e Anthony Russell lo hanno descritto come una nuova specie, denominata Nichollsia borealis, in onore di Elizabeth Nicholls. L’esemplare venne scoperto per caso da Greg Fisher e Lorne Cundal, due operai

È uno dei fossili di plesiosauro più antichi e completi, scoperto nel 1994 in una miniera dalle parti di Fort McMurray, in Canada. Recentemente, i suoi descrittori Patrick Druckenmiller e Anthony Russell lo hanno descritto come una nuova specie, denominata Nichollsia borealis, in onore di Elizabeth Nicholls. L’esemplare venne scoperto per caso da Greg Fisher e Lorne Cundal, due operai della miniera di Syncrude, a 35 chilometri dal fiume Athabasca. Lo scheletro, sepolto a 60 metri sotto il livello del terreno, venne alla luce durante un’operazione di scavo con una pala meccanica da 100 tonnellate, e venne subito trasportato al Roayl Tyrrell Museum per la preparazione. Nichollsia borealis è uno dei fossili di plesiosauro del Cretaceo meglio preservati. L’esemplare di Druckenmiller e Russell è completo, se si esclude l’avambraccio e la scapola sinistra.

Coevi dei dinosauri, ma non classificati come tali, i plesiosauri dominavano gli oceani durante il Giurassico e il Cretaceo, da 205 a 65 milioni di anni fa. Si trattava di rettili carnivori, lunghi fino a 12 metri, che dividevano l’ambiente marino con un altro gruppo estinto, gli ittiosauri. Nichollsia borealis acquisisce particolare importanza per la sua collocazione temporale, all’incirca 112 milioni di anni fa: l’esemplare permette infatti di riempire un buco di circa 40 milioni di anni nel record fossile dei plesiosauri. «Inoltre», dice Druckenmiller, «Nichollsia è stato uno dei primi animali a colonizzare quella che diventerà la Western Interior Seaway», cioè quel braccio di mare che spezzerà in due il Nord America durante il Cretaceo, e le cui spiagge saranno riccamente popolate di dinosauri. «Questo esemplare in particolare è stato preservato in arenaria, tanto che, a differenza degli animali che fossilizzano in scisti, il suo scheletro non è stato frantumato. Questo ha permesso di avere un modello tridimensionale molto dettagliato della scatola cranica, migliorando nettamente le nostre conoscenze sul gruppo».

Il professor Russell ha aggiunto che i ricercatori continueranno a lavorare insieme alla Syncrude per studiare il fondale oceanico del Cretaceo, per migliorare la conoscenza dell’ecosistema preistorico e prevedere i luoghi dove sarà più facile trovare fossili.

Gabriele Ferrari