Un predatore perfetto, il cavalluccio marino

La forma della testa dei cavallucci è un mirabile adattamento per la cattura di alcuni tra i più evasivi organismi planctonici

Quando si parla di “predatori” si pensa subito ai grandi felini, agli squali, ai lupi… Nessuno pensa ai cavallucci marini. In effetti a prima vista, questi animali sembrano solo dei piccoli ed innocui pesciolini dai movimenti lenti. Nessuno potrebbe pensare che dietro queste apparenze si nasconda invece un predatore altamente specializzato.
Come emerge da un recente studio su Nature Communication, i cavallucci marini sono invece predatori estremamente efficienti, specializzati nella cattura dei copepodi, piccoli crostacei planctonici che sono alla base delle reti trofiche marine. I copepodi sono animali fortemente elusivi, in quanto percepiscono le onde causate dal movimento dei predatori e possono allontanarsi ad una velocità di 500 volte la loro lunghezza corporea in meno di un secondo. Eppure i cavallucci riescono a catturarli nel 90% dei casi; in condizioni di acqua calma, sono considerati i pesci più efficienti in assoluto nella cattura di queste prede. 
Infatti, utilizzando un microscopio attrezzato con una videocamera digitale ad alta velocità, con cui è possibile rilevare movimenti veloci di animali microscopici in un volume di liquido, un gruppo di biologi marini ha potuto stabilire che il segreto di questa efficienza sta nella testa. Nella specie Hippocampus zosterae, nativa delle Bahamas, la testa ha infatti una forma tale da minimizzate le onde di disturbo davanti e sopra la punta del muso, così da poter avvicinarsi alla preda in modo fulmineo senza essere rilevato. 
La tecnica di caccia del cavalluccio viene chiamata “pivot feeding”: l’animale ruota rapidamente la testa verso l’alto fino ad arrivare ad una distanza di circa un mm ed aspira il copepode in bocca; l’intero movimento non impiega più di un millisecondo. Pertanto la velocità è eccessiva perfino per gli elusivi copepodi, che hanno un tempo di reazione di circa 2 o 3 millisecondi. 
Considerata la fondamentale importanza ecologica dei copepodi, che sono alla base delle reti trofiche marine, appare importante studiare le interazioni preda/predatore tra questi minuti animali e i loro predatori: questi studi dimostrano che anche a questi livelli, nell’eterna battaglia tra predatore e preda, l’evoluzione ha prodotto piccoli prodigi di efficienza e specializzazione.
Tilo Schorn
Riferimenti:
Gemmell B. J., Sheng J., Buskey E. J. (2013): Morphology of seahorse head hydrodynamically aids in capture of evasive prey. Nature Communications, 4: 2840 doi: 10.1038/ncomms3840.
Immagine da Wikimedia Commons