Una città darwiniana

L’ultimo fascicolo di Nature presenta un articolo di Emma Marries, intitolato “Evolution: Darwin’s city” in cui si descrive il tentativo di David Sloan Wilson di modificare la struttura di una città  (vera!) alla luce delle conoscenze acquisite sull’evoluzione dell’altruismo e della cooperazione. Non ci credete?  Allora leggete quello che Wilson sta cercando di fare nella città di Binghamton. Alla prima

L’ultimo fascicolo di Nature presenta un articolo di Emma Marries, intitolato “Evolution: Darwin’s city” in cui si descrive il tentativo di David Sloan Wilson di modificare la struttura di una città  (vera!) alla luce delle conoscenze acquisite sull’evoluzione dell’altruismo e della cooperazione. Non ci credete?  Allora leggete quello che Wilson sta cercando di fare nella città di Binghamton. Alla prima lettura sono rimasto sorpreso, ma in realtà il tentativo è veramente intrigante.

Nel corso della sua carriera Wilson ha studiato l’evoluzione della cooperazione analizzando anche il contributo delle religioni all’evoluzione culturale della nostra specie (come ben descritto da Wilson nel libro Darwin’s Cathedral: Evolution, Religion, and the Nature of Society). L’idea di Wilson è che si potrebbe modificare il modo in cui una città è organizzata e funziona per favorire la collaborazione e la partecipazione alla vita della città.

La città di Binghamton si presenta quindi come un vero e proprio laboratorio urbano in cui capire quali atteggiamenti prosociali possono essere stimolati e quali comportamenti o strutture presenti possono invece sfavorire la socialità in modo da eliminarli.

Questo progetto ha fatto storcere il naso sia tra alcuni biologi evoluzionisti che tra antievoluzionisti perché per i primi questo progetto non ha a che fare veramente con la biologia evoluzionistica, mentre per i secondi dare spazio a questo progetto vorrebbe dire riconoscere che l’evoluzione è una teoria solida con evidenti ricadute sulla vita quotidiana. Wilson non sembra però curarsi molto di queste critiche e sta investendo molte energie per fare funzionare questa idea.

Particolare attenzione è rivolta alle scuole, dove Wilson sta interagendo con docenti e amministratori scolastici per cercare di identificare comportamenti e programmi che possano favorire la coppe razione nell’ambiente scolastico andando a migliorare il rendimento degli studenti. A questo proposito Wilson sottolinea che vi sono numerose pubblicazioni (ad esempio di B. F. Skinner) in cui si descrive come determinate scelte di premi e punizioni possono fortemente influenzare le scelte comportamentali degli studenti. L’aspetto interessante è che il progetto di Wilson coinvolge anche amministratori scolastici che dichiarano di “non credere” all’evoluzione…  vedremo se questo progetto farà cambiare loro idea.

Il progetto di Wilson pone grande attenzione anche alle varie congregazioni religiose presenti nella città di Binghamton, vista la loro importanza come elemento di coesione sociale. Ma l’attenzione di Wilson si concentra non solo sulle strutture presenti, ma anche alla diversa capacità di aggregare persone nel corso del tempo. A questo proposito Wilson osserva che le congregazioni aperte stanno perdendo partecipanti che sembrano sempre più spesso preferire piccole realtà o comunità caratterizzate da una maggiore omogeneità culturale (e di aspettative) dei partecipanti. Questa scelta non favorisce certamente la socialità e la condivisione e quindi questo processo deve essere attentamente considerato.

L’esperimento che Wilson sta avviando è ovviamente a lungo termine, ma penso che sarà assolutamente interessante seguirne gli sviluppi.

Mauro Mandrioli

(La fotografia è tratta dal sito web di David Sloan Wilson)