Una scimmia di 11 milioni di anni fa

I resti fossili, anche quelli che risultano poi più interessanti, possono comparire nei posti più disparati: i frammenti di mandibola e i denti dai quali è stata descritta questa nuova specie in particolare sono stati ritrovati in un sito scavato addirittura in una discarica e proprio in onore del luogo del ritrovamento (Can Mata de la Garriga) David Alba e

I resti fossili, anche quelli che risultano poi più interessanti, possono comparire nei posti più disparati: i frammenti di mandibola e i denti dai quali è stata descritta questa nuova specie in particolare sono stati ritrovati in un sito scavato addirittura in una discarica e proprio in onore del luogo del ritrovamento (Can Mata de la Garriga) David Alba e colleghi della Universitat Autònoma de Barcelona l’hanno battezzata Pliopithecus catmanensis. La specie fa parte della superfamiglia Pliopithecoidea ed è quindi una scimmia catarrhina (o “del Vecchio Mondo”, il gruppo che comprende le scimmie africane e asiatiche viventi uomo e antropomorfe compresi). I pliopithecoidi erano considerati un tempo ominoidi (la famiglia nostra e delle antropomorfe) simili ai gibboni viventi, ma oggi vengono unanimamente riconosciute come un gruppo differenziatosi prima della divisione tra ominoidi e cercopitecoidi: questo ritrovamento ci aiuta quindi a saperne di più di questi nostri lontani cugini, anche se perlomeno per questa volta nessuno potrà gridare all’anello mancante.
 
Dimensioni e forma di mandibola e denti, questi ultimi i reperti più frequenti e tra i più  importanti tra i fossili di primati, hanno permesso il team di ricercatori di separare P. catmanensis dalle altre specie del genere Pliopitecus conosciute: P. piveteaui e P. antiquus, e di aggiungere quindi un altro tassello alla storia della superfamiglia Pliopithecoidea. Svariati generi di catarrhine euroasiatiche, attraverso tutto il miocene, appartengono a questa superfamiglia sulla cui storia c’è ancora molta luce da gettare. L’interpretazione più affermata nella comunità scientifica vuole le prime scimmie pliopitecoidi “emigrate” dall’Africa molto presto, prime tra le catarrhine, tanto da trovare un continente sostanzialmente privo di scimmie antropoidi: per questo motivi si assiste poi, nel record fossile, a una radiazione adattiva ricca di generi e specie. Un pattern che si ritrova spesso quando qualche specie “scopre” una zona geografica relativamente inesplorata, perlomeno dai propri simili.
 
Nessun diretto discendente di questa grande varietà è arrivato ai giorni nostri, a differenza di altri discendenti e di altre varietà, ed è per questo che è tanto affascinante il lavoro di chi oggi ricostruisce un passato che si è perso nel tempo, al ritmo lento dell’evoluzione (una parola che non a caso fa rima con estinzione).

Marco Michelutto
 
Riferimenti:
David Alba et alii, A New Species of Pliopithecus Gervais, 1849 (Primates: Pliopithecidae) from the Middle Miocene (MN8) of Abocador de Can Mata (els Hostalets de Pierola, Catalonia, Spain. American Journal of Physical Anthropology, 2009; NA DOI: 10.1002/ajpa.21114. Link