Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione

Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione

È in libreria per i tipi di Il Saggiatore il testo di “Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione” della drammaturga Miranda Rose Hall

Il libro è tratto dall’omonimo monologo teatrale ora in programmazione fino al 27 marzo al Piccolo Teatro Studio Melato. Il 23 marzo alle 17.30 Telmo Pievani e Maddalena Parise lo presenteranno al Chiostro Nina Vinchi in occasione dell’ultimo incontro del ciclo Diversificare la narrazione.

L’opera:

La prima volta che Noemi ha sentito parlare di estinzione è stata all’asilo, quando la maestra le spiegò che Dorothy, il suo dinosauro giocattolo verde, apparteneva a una specie scomparsa in un’era geologica precedente, durante la Quinta Estinzione di massa. Una storia che la ragazza si ritroverà a raccontare su un palco quasi trent’anni dopo, in lacrime, a un pubblico di sconosciuti. Noemi piange. Piange per l’imminente sparizione del vespertilio bruno – un pipistrello del Nordamerica – e per la madre morente di una delle sue collaboratrici; per la morte e risurrezione dell’alga zostera e per la propria madre che, bambina, trovò la mamma distesa senza vita in cucina; piange per tutti noi, che spariremo in silenzio mentre la Terra rimarrà a osservare.

Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione è assieme un urlo di terrore e un inno alla vita. Un monologo che la voce impacciata, confusa e spezzata della sua giovane protagonista trasforma in un rito collettivo: un lamento che ci ricorda come la morte di uno equivalga alla morte di tutti. Il racconto di Noemi comincia dalla nascita della vita sulla Terra per proseguire attraverso la lunga sequenza delle specie che sono state cancellate dalla storia, fino a mostrare come negli ultimi duecento anni gli esseri umani abbiano prodotto cambiamenti talmente decisivi nell’ecosistema da condurli sull’orlo della più grande estinzione di massa della storia; o, più precisamente, abbiano lasciato che alcuni di loro – europei, bianchi, ricchi – colonizzassero il globo ai danni dell’ambiente e dei loro stessi simili di diversa provenienza etnica o sociale.

Miranda Rose Hall scrive un testo commovente e sincero che unisce l’arte del monologo al coinvolgimento del lettore/spettatore come partecipante di una narrazione condivisa. Introdotta dalla prefazione di Telmo Pievani, quest’opera è un’occasione per fermarci a riflettere su cosa significhi davvero «scomparire»; e per capire come riuscire a prenderci ancora cura l’uno dell’altro, quali alberi di una stessa grande foresta.

«Mi sembra che ovunque io guardi ci sia una ferita.»

Un grido di disperazione contro l’individualismo. Una benedizione a cuore aperto per ogni forma di vita. Una riflessione su cosa significhi morire ed estinguersi su un pianeta in cui ogni cosa è connessa.

Traduzione di Margherita Mauro

Prefazione di Telmo Pievani

 

L’autrice:
Miranda Rose Hall è drammaturga e sceneggiatrice americana. I suoi testi sono stati messi in scena negli Stati Uniti, in Canada e in Europa. È fondatrice e leader artistico di LubDub TheatreCo, compagnia di teatro fisico con sede a New York. Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione è stato finalista al Susan Smith Blackburn Award nel 2021.