Vanity Fair Vs. Creation Museum

“Ve la avevamo detto!”  potremmo incominciare a dire noi di Pikaia (per chi non sapesse di che stia parlando, clicchi qui): ma niente! Siamo vox clamantis in deserto. In occasione della (ovviamente travagliata e limitata, leggete il Telegraph per avere un’idea) uscita nelle sale statunitensi del film dedicato alla vita di Charles Darwin, Creation; Paul Bettany, l’attore inglese che impersona

“Ve la avevamo detto!”  potremmo incominciare a dire noi di Pikaia (per chi non sapesse di che stia parlando, clicchi qui): ma niente! Siamo vox clamantis in deserto. In occasione della (ovviamente travagliata e limitata, leggete il Telegraph per avere un’idea) uscita nelle sale statunitensi del film dedicato alla vita di Charles Darwin, Creation; Paul Bettany, l’attore inglese che impersona Charles insieme ad un autore di Vanity Fair (qui riportato anche dal National Centrer for Science Education) visitano il Creation Museum, il termovalorizzatore educativo sciaguratamente inaugurato nel 2007. Perfino per i parametri della fiera delle vanità, abituata a parlare e sparlare delle frivole vite delle celebrità, il Creation Museum non è che un abominio della pop culture applicata alla Bibbia.

Questa visita “celebre” si aggiunge a tante altre (un elenco è disponibile su Wikipedia), ed ecco che ne viene ricapitolato lo sgomento, quella sensazione di profondo disagio provato da coloro che, dotati di un minimo di senso critico, visitano il luogo. “È una marcia mozzafiato e letterale attraverso la Genesi, senza alcuna traccia di un anima” “è la Parola fatta pallottole” e ancora “questo posto non se la prende solo con l’evoluzione – mette una croce sopra a geologia, antropologia, paleontologia, storia, chimica, astronomia, zoologia, biologia e buon gusto. Contraddice direttamente e spavaldamente la maggior parte delle -onomie e tutte le -ologie inclusa maggior parte della teologia.” Non è molto difficile da immaginare: il “Museum” non è affatto un museo, bensì un parco dedicato alla diseducazione delle menti, votato alla distruzione della razionalità, della coerenza e soprattutto della scienza. Scaturito dall’ignoranza, se ne nutre anche, in un rituale cannibalistico composto da animatronics e manichini.

Paradossale come il massimo di ciò che sia considerato sacro (almeno dagli autori di questo scempio), coincida con il massimo dell’universalmente trash.

Ma si sa, ogni estremo contiene l’ombra del suo opposto: che l’apice dell’infezione creazionista sia l’inizio della sua fine? (… speriamo)

Giorgio Tarditi Spagnoli

La foto è di Giorgio Tarditi Spagnoli