Compie 100 anni la frode dell’uomo di Piltdown
Si mobilita la rete in occasione della ricorrenza del centenario della truffa di Piltdown, un falso cranio “costruito” unendo parti di un neurocranio umano con parte di una mandibola di orango. Come si ricorda sul blog Why evolution is true in un post di Greg Mayer (“The Piltdown Hoax at 100“), mancavano soprattutto le parti che avrebbero fatto capire che […]
Si mobilita la rete in occasione della ricorrenza del centenario della truffa di Piltdown, un falso cranio “costruito” unendo parti di un neurocranio umano con parte di una mandibola di orango. Come si ricorda sul blog Why evolution is true in un post di Greg Mayer (“The Piltdown Hoax at 100“), mancavano soprattutto le parti che avrebbero fatto capire che le strutture craniche fossero fra loro incompatibili.
Ne parla anche il Guardian (“Piltdown Man: British archaeology’s greatest hoax“), il MailOnline (“Unmasked: The truth behind Piltdown Man fraud to be revealed 100 years after it fooled the world“), ma soprattutto la prestigiosa rivista Nature (“The 100-year mystery of Piltdown Man“)
Come tutti ricordano, il falso venne svelato solo nel 1953, grazie a nuove tecniche di indagine, nonostante già intorno al 1914 alcuni paleoantropologi avessero già sollevato alcuni dubbi sull’autenticità di un reperto che, curiosamente, confermava le false attese di 100 anni fa, quando si cercava la prova dell’esistenza di una forma umana ancestrale dotata di ampia capacità cranica ma con una dentatura ancora scimmiesca.
Come invece sappiamo oggi, l’evoluzione umana è avvenuta in due fasi: nella prima si è perfezionata, in circa 4 milioni di anni con tutte le modificazioni anatomiche necessarie, la locomozione bipede; solo successivamente è iniziato l’aumento dimensionale dell’encefalo, associato alla creazione e all’utilizzazione di manufatti litici. Un processo che noi oggi chiamiamo “evoluzione a mosaico” e che giustifica il fatto che Lucy, l’Australopithecis afarensis di 3,6 milioni di anni fa, fosse bipede (come dimostrano le impronte lasciate a Laetoli) ma con una capacità cranica non diversa da quella di uno scimpanzé.
Nell’occasione del centenario, il museo di Storia Naturale di Londra, che già dispone di un sito web ben organizzato sulla truffa, inaugurerà una mostra sul falso reperto, di cui ancora oggi si ignora il vero responsabile. Per i curiosi, questa di R.Harter è un’altra pagina web interessante sul reperto di Piltdown.
Da L’Antievoluzionismo in Italia, blog di Daniele Formenti