Dal Giappone con tsunami
Numerose specie giapponesi sono giunte sulle coste degli Stati Uniti dopo lo tsunami giapponese: quale sarà l’effetto di queste invasioni sulle biocenosi acquatiche?
L’articolo pubblicato in questi giorni da Nature (“Tsunami triggers invasion concerns”) è molto interessante per coloro che studiano come possa nascere una nuova specie grazie all’isolamento geografico; si dimostra come decine di specie “aliene” siano state trasportate fino alle coste orientali degli Stati Uniti su oggetti anche di grandi dimensioni strappati alle coste giapponesi in occasione dello tsunami del 2011, che ha colpito anche la centrale nucleare di Kukushima. Questi oggetti, tra cui si trovano anche interi moli e banchine, sono centinaia (1.5 tonnellate di materiale sono state strappate dallo tsunami) e gli zoologi non riescono a identificarli tutti per comprendere quali e quante specie animali e vegetali hanno attraversato l’oceano e rischiano ora di diffondersi in un territorio che ancora non li conosce.
Finora sono state identificate 175 specie, fra cui 46 di alghe che probabilmente hanno già diffuso le loro spore. Nei prossimi anni apprezzeremo meglio l’entità di questo fenomeno e le eventuali conseguenze sugli ecosistemi e le biocenosi acquatiche.
Da L’Antievoluzionismo in Italia, blog di Daniele Formenti