Radio Maria: “La tragedia del Giappone? E’ il giusto castigo di Dio”
Non sempre si riesce ad immaginare quali possano essere le estreme conseguenze di un ragionamento che parte da un VERO “creazionismo”: ci sono molti cattolici che un po’ traggono in inganno, in quanto cercano di conciliare evoluzione e creazionismo. Altri invece, come l’attuale vicepresidente del CNR Roberto De Mattei o mons. Mazzella (vescovo in Calabria nel 1908), non amano affatto […]
Non sempre si riesce ad immaginare quali possano essere le estreme conseguenze di un ragionamento che parte da un VERO “creazionismo”: ci sono molti cattolici che un po’ traggono in inganno, in quanto cercano di conciliare evoluzione e creazionismo. Altri invece, come l’attuale vicepresidente del CNR Roberto De Mattei o mons. Mazzella (vescovo in Calabria nel 1908), non amano affatto i concordisti, e sono contenti di condurci per mano ad ammirare l’orrore delle conseguenze finali di un ragionamento che parte semplicemente e solo dal vero creazionismo biblico, quello veterotestamentario.
Ecco alcune frasi tratte da un intervento di De Mattei a Radio Maria (!):
1 “Ci basta la sicurezza che le catastrofi possano essere e sono esigenza della giustizia divina”.
2 “Dio si serve delle grandi catastrofi per raggiungere un fine alto della sua giustizia”.
3 “Dio non può fare che il terremoto colpisca il colpevole e salvi l’innocente. E’ chiaro che talvolta salva l’innocente con un miracolo, ma non è obbligato”.
4 “Misura i giorni dell’uomo sulla terra e stabilisce l’ora della morte”.
5 “Il colpevole, quindi, si trova nella stessa condizione dell’innocente. [la sua morte] è l’esecuzione di un decreto di colui che è padrone della vita e della morte. Perché meravigliarsi quando vediamo fanciulli innocenti morire sotto le macerie?”
6 “Il terremoto è un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima perché Dio le ha voluto risparmiare un triste avvenire”.
Chi non arretra davanti a quest’abisso, può affrontarlo, grazie al blog Internetepolitica, in compagnia di R.De Mattei, con i suoi dubbi e le sue incredibili certezze che sembra siano apprezzate da chi si sintonizza su R.Maria. Commenti spontanei ulteriori si trovano nel blog che riporta parte del testo originale (O.Mazzella, 1908: La provvidenza di Dio, l’efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909.) di mons. Mazzella e nel blog Leucophea di Marco Ferrari, che rotea il ferro nella piaga, aggiungendo ulteriore disperazione e depressione, certificando la recidività e il corrispondente livello di assuefazione. Se ne parla anche sul blog Bioetica e sul sito web InfoOggi ma l’eco maggiore viene dal quotidiano La Stampa. Decisamente “interessante” la risposta dello stupito prof.De Mattei alla perplessa giornalista della testata torinese che lo aveva interpellato su queste opinioni che avevano destato sconcerto: “Mi piacerebbe anzi che, come accadde nel Settecento ai tempi di Voltaire, si possa aprire un dibattito e parlare delle origini delle catastrofi naturali proponendo anche la posizione della Chiesa”. Strano che già non senta più la responsabilità di diffondere le opinioni del CNR sulle catastrofi.
Un commento all’articolo della Stampa recupera anche un paio di critiche a De Mattei comparse sull’Avvenire (una di Nicola Cabibbo, fisico nucleare, evoluzionista, e perfino presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze), utili oer un migliore inquadramento della strana situazione; è infatti necessario precisare che è tutta interna alla Chiesa e a cui la scienza è certamente in gran parte estranea (purtroppo per il CNR).
Si aggiunge la notizia che si cerchi di porre un limite alla “pazienza”: “a molti non piace l’idea che sia a capo del maggior comitato di promozione scientifica del paese. Stefano Moriggi, professore di Filosofia della Scienza all’Università di Bergamo, ha lanciato un appello per chiedere le dimissioni di de Mattei”.
Come giustamente faceva notare Silvie Coyaud un paio di giorni fa, in aprile il nuovo presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, il biologo molecolare evoluzionista darwiniano (e pure protestante…) Werner Arber, ha organizzato un convegno sul destino dei ghiacciai. Ovviamente il problema è il loro scioglimento dovuto ai cambiamenti climatici, a cui alcuni scettici non credono. Per questo S.Coyaud fa notare che sembra siano stati invitati solo “scienziati atei, infedeli e competenti”.
Il nostro paese si dimostra ben attrezzato per dialogare con le culture prevalenti attorno al Mediterraneo, quelle fondate sul Libro; sembra invece ci sia qualche difficoltà a reggere il confronto con culture basate su mezzi di comunicazione di livello superiore o che non tutti riescono a controllare, come la TV o la ragione.
Tratto da L’Antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti