Vampa d’agosto in Canada
Chiunque abbia visto “The day after tomorrow” sa cosa succede se il gas serra si accumula: il clima cambia. Non a tutti questo piace, così la biodiversità decresce rapidamente (e questo vale sia per gli ecosistemi che per l’uomo). Come si calcola il rischio di estinzione che ne deriva? Normalmente sulla base di valutazioni ecologiche o demografiche: niente evoluzione! Eppure […]
Chiunque abbia visto “The day after tomorrow” sa cosa succede se il gas serra si accumula: il clima cambia. Non a tutti questo piace, così la biodiversità decresce rapidamente (e questo vale sia per gli ecosistemi che per l’uomo).
Come si calcola il rischio di estinzione che ne deriva? Normalmente sulla base di valutazioni ecologiche o demografiche: niente evoluzione! Eppure è chiaro che se una specie deve sopravvivere, bisogna che si adatti ai cambiamenti. Cosa c’è di più profondamente evolutivo?
L’idea di un gruppo di ricercatori americani e canadesi è stata quindi quella di integrare gli approcci. Hanno così sviluppato un modello per capire che risposte evolutive potrebbe dare ai cambiamenti climatici il salmone. Che altro animale potevano studiare, i canadesi? I risultati di questo interessante studio sono stati pubblicati su PLoS ONE.
A questo punto, a chi non è venuta in mente l’immagine dell’orso che pesca il salmone salterino che risale il flusso del fiume? Proprio di questo stiamo parlando! Potrete capire quindi come la temperatura e le condizioni di flusso del corso d’acqua siano fondamentali per questo pesce. Parlando un po’ più scientificamente, i salmoni sono organismi ectotermi, anadromi e semelpari. Traduco: soffrono molto dei cambiamenti di temperatura dell’acqua e la loro fitness dipende interamente da una singola stagione di deposizione, che a sua volta dipende dall’abilità del salmone di migrare con successo dall’oceano ai siti a monte. Così, molte popolazioni di salmone canadese e statunitense sono a rischio o sono già estinte, soprattutto dove l’impatto dell’uomo è stato maggiore.
Ora scordatevi il film. Qui non parliamo di congelamento del fiume e di salmoni che tirano “musate” sul ghiaccio. Al contrario, nelle dolci acque del Fraser River le temperature medie estive sono salite di ben 1.5 °C dal 1950! Cosa fanno quindi i salmoni per non finire bolliti? Anticipano il momento della migrazione: una partenza intelligente! Tanto più che la scelta è ereditabile. Normalmente la deposizione delle uova avviene da Luglio a Dicembre, a seconda della popolazione coinvolta. Un innalzamento della temperatura potrebbe selezionare i salmoni che partono (e arrivano) prima, così da evitare la calura estiva (massima nel mese di Agosto). E’ chiaro però che esiste un limite: ogni selezione determina una certa mortalità. Se troppi salmoni bollono, addio popolazione!
Una situazione simile è stata già osservata in Nuova Zelanda, dove il salmone ha via via anticipato il proprio ingresso nel fiume Columbia, al ritmo di circa 6 giorni in 11 generazioni! Neanche a dirlo anche lì il fiume è in ebollizione! Secondo i ricercatori succederà lo stesso ai salmoni canadesi, che migreranno in anticipo di 7-14 giorni entro il 2100. Nella simulazione condotta, infatti, i tassi di evoluzione accelerano man mano che le temperature crescono perché via via un numero sempre maggiore di individui è sottoposto a stress. La differenza per i salmoni starà proprio nella loro capacità di evolvere!
Ce la farà il nostro saporitissimo salmone a salvarsi? Ci sembra quasi di riuscire a leggere nei suoi pensieri: “Dopo l’orso anche il caldo”!
Ilaria Panzeri
Riferimenti:
Reed T. E., Schindler D. E., Hague M. J., Patterson D. A., Meir E., Waples R. S., Hinch S. G. Time to Evolve? Potential Evolutionary Responses of Fraser River Sockeye Salmon to Climate Change and Effects on Persistence. PLoS ONE, 6: e20380 (2011)