Venticinque piccole ossa
Scoperte le ossa di quella che potrebbe essere la forma più primitiva di Primati finora identificati
Cinquantasei milioni di anni fa, nel corso dell’epoca geologica chiamata Eocene, il nostro pianeta stava attraversando una fase di riscaldamento globale, il Massimo termico del Paleocene-Eocene, che incoraggiò la dispersione dei mammiferi nei continenti settentrionali. I più antichi fossili di Primati dall’aspetto moderno, i cosiddetti Euprimati, risalgono proprio a quel periodo e già allora risultavano divisi in due grandi sottogruppi: gli Adapidi, da cui discendono gli Strepsirrini, il sottordine che include lemuri, loro e galagoni; e gli Omomidi, che si ritiene fossero gli antenati degli Aplorrini, il sottordine cui appartengono tarsi e scimmie.
Ma un recente scavo – in una miniera di carbone dello stato del Gujarat, nell’India occidentale – ha portato alla luce venticinque piccole ossa di primate dalle caratteristiche ancora più primitive di quelle finora scoperte. Ossa che, secondo i ricercatori delle Università Johns Hopkins e Des Moines che le hanno studiate, mostrano caratteristiche che non sono direttamente riconducibili né agli Adapidi né agli Omomidi, benché siano più giovani di circa un milione e mezzo di anni dei fossili finora ritrovati, che invece sono attribuibili a uno dei due sottogruppi.
Dalle analisi dei reperti è emerso che i primati del Gujarat erano abili ad arrampicarsi sugli alberi delle antiche foreste pluviali ed erano molto piccoli, con un peso stimato fra i 150 e i 300 grammi. La loro struttura ossea non era specializzata come quella di alcuni primati moderni ma iniziava a mostrare alcuni tratti che si sarebbero poi sviluppati, segnando la distinzione fra Adapidi e Omomidi.
Queste venticinque piccole ossa sembrano quindi essere la più primitiva struttura anatomica di primati mai ritrovata, il che ha spinto gli autori dello studio, pubblicato sul Journal of Human Evolution, a ipotizzare che i primati del Gujarat fossero uno stretto discendente di un antenato comune da cui sono derivati Adapidi e Omomidi dell’emisfero settentrionale.
La cosa interessante è che questi primati abitavano quella che ora chiamiamo India quando ancora era un’enorme zattera di terra che scivolava nell’oceano verso nord, dove poi si sarebbe scontrata e unita al continente asiatico. L’ipotesi più probabile, secondo Kenneth Rose, uno degli autori della ricerca, è che questi antichi primati siano arrivati su quella che ora è l’India e abbiano mantenuto la loro struttura primitiva, mentre i loro parenti del continente settentrionale hanno continuato a evolversi, dando origine ai primati moderni. Ma per confermare questa interpretazione o suggerirne altre, saranno necessari altri scheletri.
Immagine (Credit: Johns Hopkins Medicine)