1 femmina, 5 maschi

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Il comportamento animale, visto dai mezzi di comunicazione, sembra un’unione tra un approccio pavloviano (tipo stimolo/risposta) e lorenziano (tipo istinto/imprinting). Eppure a ben guardare ogni specie ha un intero universo di comportamenti che non si limitano a elasticità individuale (di questo parleremo in un altro momento), ma anche a strategie diverse, geneticamente determinate e intricate da capire all’interno di ogni […]


Il comportamento animale, visto dai mezzi di comunicazione, sembra un’unione tra un approccio pavloviano (tipo stimolo/risposta) e lorenziano (tipo istinto/imprinting). Eppure a ben guardare ogni specie ha un intero universo di comportamenti che non si limitano a elasticità individuale (di questo parleremo in un altro momento), ma anche a strategie diverse, geneticamente determinate e intricate da capire all’interno di ogni specie. Che quindi può spiazzare qualsiasi etologo o sociobiologo o naturalista che abbia fatto osservazioni men che conclusive. Gli esempi di queste strategie multiformi sono conosciuti: si va dalle lucertole del genere Uta del deserto degli Stati Uniti occidentali, ai rospi americani, ai grilli, alle seppie, ai persici sole agli isopodi Paracerceis sculpta. Che accade in queste specie? Che le femmine sono di solito piuttosto discriminanti, e preferiscono i maschi più grossi (come per i pesci o le seppie) o quelli che cantano di più (nel caso di grilli e rospi per esempio). Alcuni maschi fortunati riescono a crescere abbastanza da presentarsi nell’arena con una costituzione allettante, per le femmine. Altri, per ragioni ambientali o genetiche, rimangono sempre gracilini e poco interessanti: allora “decidono” di adottare una strategia alternativa (“decidono” è un termine che sta a significare “l’evoluzione ha fatto sì che in alcune specie i maschi più deboli siano stati selezionati per comportarsi in maniera diversa rispetto ai maschi più grossi, e siano riusciti a passare il proprio patrimonio genetico alle generazioni successive”). Che consiste spesso nel presentarsi “truccati” da femmine nella tana – o sotto le grinfie – del maschio dominante, e fecondare la femmina al momento giusto; diventano sneaky, cioè furtivi. Qui un piccolo trattato sull’argomento.


Finora abbiamo tre attori (maschio dominante, maschio sneaky e femmina), e una sola situazione (il momento dell’accoppiamento). Ma l’ambiente di una specie è fatto anche di interazioni fra i maschi, e dei maschi (e delle femmine) con i predatori o le prede. Voi dite, tutto diventa più complicato, ma se la ricerca vuole avvicinarsi a una rappresentazione anche solo approssimata della natura, non può accontentarsi di studiare un modello relativamente semplice. Deve comprendere più variabili. È quello che hanno fatto un paio di ricercatori americani (* e **) lavorando su un pesciolino molto simile a una specie che popola (eccome se popola) gli acquari di tutto il mondo: la specie è Poecilia parae, ed è parente di quella Poecilia reticulata che spara pesciolini a raffica in tantissimi acquari d’acqua dolce. Questo pesciolino, che vive in Sud America, dalla Guyana al delta del Rio delle Amazzoni, è noto per avere 5 morfe maschili; cioè i maschi si presentano in 5 colori e forme diverse.

Sono la gialla, la rossa, la blu, la parae e la immaculata (le vedete sopra, tratta da ***, con una ricchissima messe di references). I colori e le forme, che sono legate al cromosoma Y, corrispondono alla descrizione per le prime tre, mentre la parae è grossa e dotata di strisce verticali, l’immaculata è incolore e più piccola, simile a una giovane femmina. I ricercatori hanno fatto “litigare” tutte le morfe l’una con l’altra, e le hanno messe in presenza della femmina; il risultato è stato che se potesse, la femmina, sceglierebbe le morfe colorate con i carotenoidi, cioè la rossa e la gialla, poi la blu e la parae, infine l’immaculata, la meno preferita. Quando i maschi sono presenti a coppie, però, i maschi parae, più grossi, riescono ad assicurarsi i favori della femmina aggredendo i tre colorati e la femmina quindi si dirige verso il bullo lasciando perdere gli altri tre “vestiti bene”. Ci sono altri risultati interessanti, per esempio che i gialli ottengono più copulazioni quando battono i blu ma non gli immaculata, o che alcuni accoppiamenti dei gialli sono surrettizi e furtivi, proprio come quelli degli immaculata. Il sistema è complicato anche dal fatto che le due morfe colorate (rossa e gialla) sono più appariscenti delle altre – specie la blu – in ambiente naturale, e quindi più esposte alla predazione da parte dei ciclidi.


Le conclusioni evolutive dei ricercatori sono altrettanto affascinanti. Dopo aver spiegato che in altri studi si è stabilito che la presenza di morfe diverse è un caso di frequency dependent selection (selezione frequenza dipendente) ovviamente negativa – quella in cui se un fenotipo aumenta troppo di numero viene selezionato negativamente, i ricercatori concludono che qui le cose non tornano, perché le morfe sono relativamente stabili nel tempo (nel caso di frequency dependent selection, i vari fenotipi oscillano). Sono quindi altri fattori che intervengono nello stabilizzare il sistema; in particolare la predazione (le femmine preferiscono i rossi e i gialli, ma questo accade anche per i predatori, che così ne abbassano il numero). Altri maschi, i parae in particolare ma anche i gialli, sfruttano un’altra strategia, quella dell’aggressione, per invadere la popolazione. Anche se, poiché alla femmine i bulli piacciono fino a un certo punto, cercano sempre di accasarsi (o almeno accoppiarsi) con i maschietti di classe, i rossi e i gialli, che così non scompaiono solo nelle bocche di altri pesci. Gli immaculata approfittano delle lotte per infilarsi nel letto della femmina e inoltre sono ben poco appariscenti e soggetti a predazione: in questo modo riescono a aggirare le preferenze femminili e l’aggressione intrasesso. I più misteriosi rimangono i blu, che però sembra si facciano belli con le femmine in momenti e luoghi particolari, cioè dove la luce sott’acqua è particolarmente ricca di raggi a corta lunghezza d’onda, quindi blu: in quei casi le femmine si fanno affascinare d un bell’abito da sera blu.

Un caso da manuale, in cui la selezione sessuale (sotto forma di scelta femminile e aggressione intrasesso) e quella naturale (sotto forma di predazione) contribuiscono a mantenere stabile un sistema complicato, con cinque morfe diverse che si distribuiscono i favori delle femmine con strategie differenti.

*Jorge L. Hurtado-Gonzales, & J. Albert C. Uy. (2010). Intrasexual competition facilitates the evolution of alternative mating strategies in a colour polymorphic fish. BMC Evolutionary Biology, 10: 391. Qui il pdf preliminare dell’articolo.

**Jorge L. Hurtado-Gonzales, D. Baldassarre, & J. Albert C. Uy. (2010). Interaction between female mating preferences and predation may explain the maintenance of rare males in the pentamorphic fish Poecilia parae. Journal of Evolutionary Biology, 23 (6), 1293-1301 DOI: 10.1111/j.1420-9101.2010.01995.x. Qui il pdf dell’articolo dal sito dell’autore.

***Lindholm, A., Brooks, R., & Breden, F. (2004). Extreme polymorphism in a Y-linked sexually selected trait. Heredity, 92 (3), 156-162 DOI: 10.1038/sj.hdy.6800386

Tratto da Leucophaea, il blog di Marco Ferrari


Immagine:
Male and female Poecilia parae from Guyana: (a) red melanzona, (b) yellow melanzona, (c) blue melanzona, (d) parae, (e) immaculata and (f) female. The immaculata male was photographed 12 months after capture as a sexually mature male