Un fossile rivela la transizione tra carnivori africani tra il Paleogene e il Neogene

La scoperta di una nuova specie di oltre 20 milioni di anni fa fornisce nuove prove sull’estinzione dei mammiferi ienodonti e sulla comparsa dei carnivori africani odierni

Come pubblicato sulla rivista Plos One, in Tanzania sud-occidentale sono stati scoperti resti fossili di una nuova specie appartenente alla linea filetica dei mammiferi ienodonti, diffusi in gran parte del Vecchio Mondo per tutto il Paleogene, tra circa 66 e 23 milioni di anni fa.  Il ritrovamento consiste di frammenti di una mascella e alcuni denti datati 25,2 milioni di anni fa (tardo Oligocene), provenienti dalla Nsungwe Formation e attribuiti ad una nuova specie delle dimensioni di una lince attuale, chiamata Pakakali rukwaensis, che secondo i paleontologi era probabilmente uno dei principali predatori del continente africano fino alla fine dell’Oligocene (circa 23 milioni di anni fa).

Quelli di P. rukwaensis sono stati i primi fossili di ienodonte scoperti risalenti all’intervallo temporale compreso tra circa 29 e 23 milioni di anni fa, durante il quale il continente africano è stato teatro del progressivo declino dei mammiferi appartenenti a questo gruppo e del conseguente turnover che favorì l’ascesa dei progenitori di felidi e canidi odierni, che attualmente occupano la maggior parte delle nicchie ecologiche lasciate vuote dagli ienodonti. Questa transizione ebbe termine alla fine del Miocene intorno a 5 milioni di anni fa con l’estinzione degli ienodonti.

Prima della scoperta di questa nuova specie, il record fossile di questi carnivori mostrava una lacuna di circa 8 milioni di anni, in quanto erano stati portati alla luce solamente pochi resti isolati: i più antichi rinvenuti in Egitto nell’oasi del Fayyum risalgono all’Oligocene (circa 29,2 milioni di anni fa), mentre i più recenti provenienti dall’Africa sud-orientale sono stati datati all’inizio del Miocene (tra circa 23 e 17 milioni di anni fa).

Per questo motivo la scoperta dei resti ossei di P. rukwaensis non è stata utile solamente per permetterci di approfondire la nostra conoscenza sulla morfologia degli ienodonti (in particolare quella dei denti premolari e molari), ma è stata decisiva soprattutto per documentare le diverse fasi della transizione da mammiferi ienodonti agli odierni carnivori africani e per far luce sulle cause ecologiche che condussero i primi all’estinzione.

Secondo quanto emerso dallo studio dei denti premolari e molari di P. rukwaensis e di altri fossili di ienodonti descritti in lavori precedenti sembrerebbe che in questi carnivori estinti la dentatura non decidua comparisse più lentamente nello sviluppo rispetto a quanto si osservi nei carnivori odierni, con conseguenze sostanziali nella dieta dei diversi taxa e nella competitività per le risorse. Inoltre negli ienodonti miocenici è stato osservato un maggiore sviluppo delle cuspidi dei denti ferini rispetto ai fossili del Paleogene e agli esemplari attuali. Ciò ha suggerito che negli ienodonti del Miocene fosse presente una maggiore specializzazione verso una dieta ipercarnivora (già in parte riscontrata in P. rukwaensis) rispetto a quella dei carnivori odierni, più generalisti. Secondo gli scienziati sembra che sia stata proprio questa specializzazione trofica, innescata da un’elevata competizione interspecifica instauratasi con i precursori dei carnivori odierni, uno dei fattori determinanti l’estinzione degli ienodonti a scapito degli antenati di felidi e canidi attuali.

Inoltre il passaggio Paleogene-Neogene è stato caratterizzato da un’intensa attività tettonica, che aveva portato a notevoli cambiamenti climatici e ambientali, in particolar modo all’inaridimento dell’area e alla progressiva riduzione della foresta a scapito della savana. Secondo gli scienziati questo cambiamento di habitat avrebbe penalizzato ulteriormente gli ienodonti, poiché a differenza degli altri carnivori, erano rimasti adattati esclusivamente agli ambienti chiusi di foresta, sempre più limitati. Ciò ha causato a sua volta l’inevitabile frammentazione del loro areale , favorendone il declino.

In conclusione la scoperta dei fossili di P. rukwaensis rappresenta una vera e propria finestra sull’estinzione, che mette in evidenza la vulnerabilità di alcune specie di carnivori e al contrario la plasticità di altre nei confronti dei cambiamenti ecologici ed ambientali, mostrandoci che anche predatori di grande successo ecologico (come gli ienodonti) possono passare in decine di milioni di anni da un’ampia diversificazione alla completa estinzione.

Bibliografia:
Borths  M.R., Stevens. N.J., 2017. The first hyaenodont from the late Oligocene Nsungwe Formation of Tanzania: Paleoecological insights into the Paleogene-Neogene carnivore transition. PLoS ONE 12 (10): e0185301; doi: 10.1371/journal.pone.0185301

Immagine: . Image credit: NSF / Ohio University