Altruista a chi?
In un articolo di commento sull’ultimo numero di Plos biology, il grande primatologo Frans de Waal (voce di Wikipedia) insiste su un suo cavallo di battaglia. Le differenze tra uomini e scimpanzé sono veramente poche, e anche tratti molto “evoluti” del comportamento umano hanno antecedenti in quello dello scimpanzé. Specialmente rilevanti sono i comportamenti positivi, come l’altruismo per così dire […]
In un articolo di commento sull’ultimo numero di Plos biology, il grande primatologo Frans de Waal (voce di Wikipedia) insiste su un suo cavallo di battaglia. Le differenze tra uomini e scimpanzé sono veramente poche, e anche tratti molto “evoluti” del comportamento umano hanno antecedenti in quello dello scimpanzé. Specialmente rilevanti sono i comportamenti positivi, come l’altruismo per così dire gratuito, cioè che non si aspetta nessun tipo di ritorno per un atto generoso. de Waal illustra con dovizia di particolari e citazioni quanto quest’impostazione sia per così dire specista, e che quindi anche in altre specie (nelle citazioni ci sono anche riferimenti ad articoli su ratti, oltre che sui primati) possa esistere l’altruismo gratuito. La spiegazione di de Waal, che afferma come la selezione naturale ha prodotto un meccanismo prossimo che però tiene presente anche scopi futuri, non è del tutto soddisfacente: i comportamenti altruistici potrebbero infatti anche essere dovuti a un’estensione di comportamenti propri di un gruppo, quindi possano anche essere definiti altruismo reciproco – sensu Trivers – rediretto. Ma tutto sommato anche soltanto rivolgere l’attenzione a un fenomeno quasi dimenticato non può che essere utile per capire i comportamenti delle scimmie, e in ultima analisi anche i nostri.
Marco Ferrari