Australopiteco macellaio
Una grande scoperta si merita giustamente la copertina di Nature. Si tratta di due segnetti che sembrano la prova (ma la certezza non c’è) di due taglietti fatti su un osso con una pietra con un bordo tagliente tagliente. Sono i nostri antenati ad aver lasciato queste tracce della loro presenza, della loro esistenza ma soprattutto della loro capacità di […]
Una grande scoperta si merita giustamente la copertina di Nature. Si tratta di due segnetti che sembrano la prova (ma la certezza non c’è) di due taglietti fatti su un osso con una pietra con un bordo tagliente tagliente. Sono i nostri antenati ad aver lasciato queste tracce della loro presenza, della loro esistenza ma soprattutto della loro capacità di utilizzare dei ciottoli con bordi taglienti per staccarsi una bella fetta di carne da un cosciotto. Nessun altra specie oggi è capace di fare ciò.
Il problema è soprattutto la data. L’osso con questi due taglietti è datato ben 3.4 milioni di anni fa, ben 800.000 anni prima di quanto si pensasse finora. Il tutto, con una certa prudenza e con tutti i dubbi necessari, è raccontato al mondo nell’articolo “Evidence for stone-tool-assisted consumption of animal tissues before 3.39 million years ago at Dikika, Ethiopia” di Shannon P. McPherron, Zeresenay Alemseged, Curtis W. Marean, Jonathan G. Wynn, Denné Reed, Denis Geraads, René Bobe & Hamdallah A. Béarat.
Qui sullo stesso numero di Nature c’è un commento di D.Braun: “Australopithecine butchers”. Se ne parla poi anche in Science Daily, e nel blog di Greg Laden. Qui c’è la dichiarazione del Max Plank di Lipsia, chde dirigeva la ricerca.
Per quanto riguarda l’opinione dell’ICR, ci basti sapere che come al solito non sono particolarmente sorpresi: e invitano a cercare ancora e meglio: “Because mankind has been living alongside all animals since the creation week was completed, the discovery of fully human artifacts–like footprints and tool marks–from these post-Flood deposits fits perfectly well with creation thinking“.
Più scettici sono invece alcuni scienziati su anthropology.net “A Curious Look At The 3.39 Million Year Old “Stone Tool Markings” From Dikika, Ethiopia”, dove presentano una ragionevole ipotesi alternativa per spiegare i segni mostrati nell’articolo su Nature, basata su un lavoro di Njau e Blumenshine.
Tratto da L’Antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti