Battista Grassi e la disputa sulla scoperta della malaria
Paolo Mazzarello racconta la scoperta delle cause della malaria come un thriller scientifico, svelando l’ingiusta esclusione di Battista Grassi dal Nobel
Titolo: Malaria. Il Nobel negato: storia di Battista Grassi
Autore: Paolo Mazzarello
Editore: Neri Pozza
Anno edizione: 2025
Pagine: 304 p.
Nel saggio Malaria. Il Nobel negato: storia di Battista Grassi, Paolo Mazzarello, con il rigore dello storico della scienza, ripercorre la brillante carriera scientifica di Battista Grassi (Rovellasca,1854 – Roma, 1925), zoologo e medico italiano di straordinaria intelligenza e determinazione.
In particolare, nel quadro prospettico degli “anni ruggenti” della scienza italiana ed europea a cavallo fra Ottocento e Novecento (nella quale operavano figure della statura di un Camillo Golgi, Giulio Bizzozero, Rudolf von Kölliker o Robert Koch), l’autore ricostruisce una delle pagine più affascinanti e controverse della storia della medicina: la scoperta delle cause della malaria e la battaglia per la priorità tra Battista Grassi e Ronald Ross, ufficiale medico dell’esercito britannico. Una vicenda scientifica e umana che, quasi in un crescendo da “thriller”, intreccia ricerca, ambizione, rivalità e riconoscimento scientifico.
Grassi, conducendo in Italia esperimenti rigorosi e applicando con grande intuito il metodo biogeografico (che gli permise di sovrapporre le zone malariche a specifici areali di diffusione delle zanzare), identificò nella specie Anopheles il vettore della malaria, escludendo le Culex e altre forme di trasmissione proposte o non scartate da altri scienziati. Tra questi colleghi c’era Ronald Ross, che pochi anni prima, in India, aveva individuato nella specie Culex la responsabile della trasmissione della malaria negli uccelli. Tuttavia, fu solo Ross a ricevere nel 1902 il Premio Nobel per la Medicina, grazie soprattutto al sostegno, o meglio a una «incredibile congiura» dell’establishment scientifico inglese. Così, pur avendo fornito prove più solide e definitive sullo sviluppo e la trasmissione del parassita (Plasmodium) nell’uomo, Grassi fu ingiustamente escluso dal Premio Nobel per la medicina, vittima dei meccanismi di potere e delle rivalità accademiche del suo tempo, e forse anche del suo carattere impulsivo e litigioso, che gli aveva alienato le simpatie e l’appoggio di molti colleghi influenti.
Mazzarello ripercorre questa vicenda non solo con precisione documentaria e fine sensibilità narrativa, ma anche con una sottile tensione morale: il libro diventa così una riflessione sul valore della verità scientifica, sui meccanismi di costruzione della fama e sulla fragilità del merito in un contesto dominato da poteri nazionali e personali. Ne emerge un ritratto complesso: da un lato la passione e la tenacia di Grassi, dall’altro le dinamiche di potere, che spesso determinano chi, nella scienza, venga ricordato e chi no. L’autore, con grande equilibrio, non cede mai alla retorica della “scoperta rubata”, ma costruisce un’analisi obiettiva sulle dinamiche accademiche e sociali che plasmano il riconoscimento scientifico, a ricordarci che la scienza è fatta non solo di scoperte, ma anche di uomini, di etica e di memoria.

