Oggi, Tschoop et al. (2015) pubblicano un’ampia analisi filogenetica dei sauropodi Diplodocidae, analizzati al livello tassonomico più basso, quello degli individui. L’articolo è scaricabile free dal link. Oltre a svolgere questa ampia analisi filogenetica, con finalità squisitamente sistematiche, gli autori introducono una metrica per determinare quantitativamente le categorie linneane di grado generico all’interno della filogenesi. Ovvero, svolgono un lavoro di tipo tassonomico. Questa curiosa versione matematica del genericometro produce, in base all’analisi degli autori, una revisione tassonomica del genere Apatosaurus. Conseguenza di questa revisione, e della metrica utilizzata, e della tassonomia seguita (notare la lunga serie di premesse) è che gli autori restringono l’inclusività della parola “Apatosaurus” rispetto a quella che, negli ultimi decenni, era stata applicata per quel nome. Conseguenza di ciò, gli autori ri-utilizzano il nome “Brontosaurus” per definire una parte del clade di diplodocidi apatosaurini che prima era inclusa nel nome Apatosaurus.
Tradotto per i non-esperti, gli autori concludono che il termine “Apatosaurus” debba riferirsi ad un insieme di specie più piccolo di quello che prima era tradizionalmente diventato l’insieme di specie a cui applicare quel nome. La parte “tolta” dal vecchio insieme chiamato Apatosaurusviene ri-battezzata con il nome usato originariamente per una specie di quella parte:Brontosaurus. Questa procedura, per quanto matematizzata, resta comunque totalmente soggettiva, proprio perché la tassonomia si occupa solo di nomi, non di oggetti, ed un nome è sempre un’etichetta arbitraria, qualunque sia l’oggetto a cui è riferito.
Questo è quello che è accaduto, ed è quello che moltissimi, in queste ore, stanno totalmente fraintendendo. Ne avevo già parlato 2 anni fa.
“Brontosaurus” è solo un nome: un vocabolo tassonomico la cui “realtà” è convenzionale. Un nome non è “reale”, se non dentro la testa di chi lo usa. La sua validità dipende da dove e come si vuole applicare il nome. “Apatosaurus” è solo un nome: un vocabolo tassonomico la cui “realtà” è convenzionale. Un nome non è “reale”, se non dentro la testa di chi lo usa. La sua validità dipende da dove e come si vuole applicare il nome.
La specie chiamata Apatosaurus excelsus non cambia se la si chiama Brontosaurus excelsus. “Apatosaurus excelsus” e “Brontosaurus excelsus” sono due nomi per definire la medesima entità sistematica. E siccome ciò che conta è solamente l’entità sistematica che deduciamo dai fossili, il nome applicato a tale entità è del tutto irrilevante e secondario.
Piantatela di blaterare a vuoto sulla “resurrezione” di Brontosaurus. Non è successo questo con lo studio di oggi. Piantatela di blaterare a vuoto sulla “validità” di Brontosaurus. La specie è sempre stata considerata valida, fin dalla sua istituzione. Nessuno ha mai messo in dubbio la validità diA./B. excelsus. Quella specie animale fossile, comunque la vogliate chiamare, comunque la vogliate immaginare, è valida da oltre un secolo. Ciò che negli anni è variato è stato il nome della categoria linneana di rango generico nella quale inserire la specie “excelsus“. E siccome i “generi” sono pure convenzioni, sia Brontosaurus che Apatosaurus esistono solamente nelle nostre teste come strumenti linguistici, non come “realtà” che camminano e interagiscono nel mondo reale.
Quindi, siccome i nomi sono solo parole, che ora chiamiate Brontosaurus ciò che prima era una parte di Apatosaurus, o manteniate per tutti il nome Apatosaurus, la sostanza paleontologica non cambia.
Tradotto per i non-esperti, gli autori concludono che il termine “Apatosaurus” debba riferirsi ad un insieme di specie più piccolo di quello che prima era tradizionalmente diventato l’insieme di specie a cui applicare quel nome. La parte “tolta” dal vecchio insieme chiamato Apatosaurusviene ri-battezzata con il nome usato originariamente per una specie di quella parte:Brontosaurus. Questa procedura, per quanto matematizzata, resta comunque totalmente soggettiva, proprio perché la tassonomia si occupa solo di nomi, non di oggetti, ed un nome è sempre un’etichetta arbitraria, qualunque sia l’oggetto a cui è riferito.
Questo è quello che è accaduto, ed è quello che moltissimi, in queste ore, stanno totalmente fraintendendo. Ne avevo già parlato 2 anni fa.
“Brontosaurus” è solo un nome: un vocabolo tassonomico la cui “realtà” è convenzionale. Un nome non è “reale”, se non dentro la testa di chi lo usa. La sua validità dipende da dove e come si vuole applicare il nome. “Apatosaurus” è solo un nome: un vocabolo tassonomico la cui “realtà” è convenzionale. Un nome non è “reale”, se non dentro la testa di chi lo usa. La sua validità dipende da dove e come si vuole applicare il nome.
La specie chiamata Apatosaurus excelsus non cambia se la si chiama Brontosaurus excelsus. “Apatosaurus excelsus” e “Brontosaurus excelsus” sono due nomi per definire la medesima entità sistematica. E siccome ciò che conta è solamente l’entità sistematica che deduciamo dai fossili, il nome applicato a tale entità è del tutto irrilevante e secondario.
Piantatela di blaterare a vuoto sulla “resurrezione” di Brontosaurus. Non è successo questo con lo studio di oggi. Piantatela di blaterare a vuoto sulla “validità” di Brontosaurus. La specie è sempre stata considerata valida, fin dalla sua istituzione. Nessuno ha mai messo in dubbio la validità diA./B. excelsus. Quella specie animale fossile, comunque la vogliate chiamare, comunque la vogliate immaginare, è valida da oltre un secolo. Ciò che negli anni è variato è stato il nome della categoria linneana di rango generico nella quale inserire la specie “excelsus“. E siccome i “generi” sono pure convenzioni, sia Brontosaurus che Apatosaurus esistono solamente nelle nostre teste come strumenti linguistici, non come “realtà” che camminano e interagiscono nel mondo reale.
Quindi, siccome i nomi sono solo parole, che ora chiamiate Brontosaurus ciò che prima era una parte di Apatosaurus, o manteniate per tutti il nome Apatosaurus, la sostanza paleontologica non cambia.
Pertanto, piantatela di postare online immagini del Brontosaurus di Knight, perché non ha senso usare un’illustrazione vintage: ripristinare un nome invalidato all’inizio del XX secolo non significa ripristinare anche l’iconografia dell’inizio del XX secolo.
Imparate a separare tassonomia da sistematica: date valore alla seconda (che lavora sulla realtà) e non enfatizzate la prima (che è solo la procedura con cui nominiamo la realtà).
Da Theropoda
Crediti immagine: Davide Bonadonna
Imparate a separare tassonomia da sistematica: date valore alla seconda (che lavora sulla realtà) e non enfatizzate la prima (che è solo la procedura con cui nominiamo la realtà).
Da Theropoda
Crediti immagine: Davide Bonadonna